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Gay torturato da un gruppo nazi: è in coma irreversibile

Gay torturato da un gruppo nazi: è in coma irreversibile

Ennesima violenza perpetrata ai danni di un giovane uomo, la cui unica colpa sarebbe quella di essere omosessuale. In un mondo che cerca di professarsi moderno, liberale e progressista ancora all’ordine del giorno sono i casi di discriminazione e disparità di trattamento basate su motivi rientranti nella sfera strettamente personale dell’individuo, come possono essere quelli inerenti alla sessualità. Il tutto a fronte di comunità, quelle gay, sempre più numerose, che cercano di rivendicare il riconoscimento dei propri diritti. Non ultima quella albanese che il prossimo 17 maggio scenderà per le strade di Tirana a sfilare per il riconoscimento della propria autonomia, in un Paese da sempre estremamente conservatore. Basta pensare, per rendersene conto, alle parole del viceministro albanese della Difesa e leader del Movimento della legalità, Ekrem Spahiu, il quale ritiene che i gay debbano essere essere presi a manganellate.

Ebbene, qualcuno, dall’altro capo del mondo, deve averlo ascoltato, e se non ha usato il manganello, ha comunque torturato un giovane ragazzo. Siamo in Cile, dove Daniel Zamudio, giovane gay di 24 anni, è attualmente ricoverato in coma irreversibile a seguito di una brutale aggressione che gli è stata inflitta da un gruppo neo-nazi. Il gruppo lo ha letteralmente torturato per oltre 6 ore, staccandogli un orecchio, bruciandogli una gamba, massacrandolo di calci e pugni per poi disegnargli sul corpo alcune svastiche con dei pezzi di vetro. Alcuni sospetti sono stati arrestati e adesso rischiano fino a 40 anni di carcere.  Si tratta di, scrive El Comercio, giornale peruviano, Alejandro Axel Angulo Tapia (26 anni), Raúl Alfonso López Fuentes (25 anni), Patricio Iván Ahumada Garay (25 anni), e Fabián Alexis Mora Mora (19 anni).

L’episodio terribile è avvenuto agli inizi di marzo, ma è stato rivelato soltanto nel corso delle scorse ore perché la famiglia ha annunciato la sua morte cerebrale, anche se in realtà i media smentiscono la notizia in quanto: “Per confermare questo esito è indispensabile che il paziente non sia in grado di controllare il tronco cerebrale e la ventilazione, mentre lui mantiene una ventilazione spontanea del tronco cerebrale. Perciò, non è configurata la morte cerebrale, finora”, riferisce il direttore di Posta Central.

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