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Dislessia, a scuola molte diagnosi errate

Dislessia, a scuola molte diagnosi errate

La dislessia è una patologia, o più precisamente una sindrome, classificata fra i “Disturbi Specifici di Apprendimento“. Il suo effetto principale, facilmente individuabile, è la difficoltà che hanno i soggetti colpiti di leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Questa difficoltà non è riconducibile però ad una minorazione delle capacità intellettive, mancanza di istruzione o anche deficit sensoriali.

Sono centinaia, in Italia, i bambini che vengono considerati affetti da questa patologia, tuttavia secondo IDO di Roma, Istituto di Ortofonologia, ci sarebbe in merito un forte fenomeno di esagerazione. Secondo i dati in possesso dell’IDO1 bambino su 5 presenta difficoltà di apprendimento, ma non per questo è dislessico”. 

Il problema è che in Italia la diagnosi viene spesso effettuata senza averne le relative competenze mediche, affidando principalmente il compito di decidere se un bambino ha questa sindrome o meno agli insegnanti, che non distinguono i bambini dislessici da quelli che hanno disturbi assai più comuni. Il che provoca un danno decisamente importante, per due motivi: uno prettamente economico ed uno che riguarda invece la capacità di apprendimento di bambini non dislessici sottoposti ai percorsi per curare la sindrome senza averne bisogno.

Il problema economico è semplice da individuare, un gran numero di fondi viene speso inutilmente per preparare questi percorsi del tutto inutili ed anzi dannosi. Il problema relativo ai bambini erroneamente creduti dislessici è che, se sottoposti ai trattamenti per curare la sindrome, rimangono invariabilmente indietro rispetto agli altri coetanei e la loro impostazione scolastica futura rischia di risentirne sostanzialmente.

Secondo l’indagine condotta dall’IDO, sol il 4% dei bambini della scuola primaria ha davvero problemi di dislessia ed apprendimento, percentuale che arriva al 3% se si escludono i bambini iscritti precocemente a questa scuola. Secondo la comunità scolastica, tale percentuale invece raggiunge il 23%. Secondo un’analisi comparativa svolta su 150 bambini della scuola materna invece i risultati sarebbero meno esagerati, ma comunque con differenze significative. Secondo la scuola i bambini con questi problemi sarebbero stati 39, mentre per l’IDO solo 19.

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