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Italiani di nuovo a rischio analfabetismo

Italiani di nuovo a rischio analfabetismo

La lingua italiana… croce e delizia di chi la parla, viene considerata (a ragione) una lingua molto complessa fra quelle neo-latine, al punto che perfino chi lo parla come lingua madre neanche sa farlo bene. Secondo uno studio Istat, Istituto nazionale di statistica, sarebbero solo il 29% gli italiani che posseggono ancora gli strumenti per padroneggiarla correttamente ad un livello accettabile.

L’uso della nostra lingua nazionale sarebbe dunque, secondo Tullio de Mauro, avviato verso una strada pericolosa.Il 71% della popolazione si trova al di sotto del livello minimo di lettura e comprensione di un testo di media difficoltà. Il 5% non è neppure in grado di decifrare lettere e cifre, un altro 33% sa leggere, ma riesce a decifrare solo testi elementari ed è forte il rischio di una regressione verso l’analfabetismo”.

Si starebbe dunque concretizzando quello che molti profeti di sventura avevano da lungo tempo annunciato: il nostro sistema di istruzione ha falle talmente gravi da farci rischiare che tutti i cervelli buoni finiscano con l’andare all’estero, mentre quelli peggiori non avranno alcuna possibilità di migliorare.

Tuttavia per questi inquietanti dati non si può colpevolizzare solo le ultime legislature e le rispettive politiche di taglio indiscriminato al Miur (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca), ma un generale atteggiamento verso la scuola che non la valorizza come uno strumento per formare una classe di lavoratori e dirigenti del domani, ma solo come un parcheggio per i figli fino a che non si riesce a destinarli verso un’altra meta.

Giungere però addirittura ad un problema di analfabetismo in un paese dove è obbligatorio andare a scuola fino al 16 anno di età la dice lunga sulla qualità dell’istruzione fornita e fa interrogare se forse le recente strette sulla possibile bocciatura degli studenti non siano invece una buona strada da imboccare.

Oltre alla scarsa qualità dell‘istruzione ci sono anche altri fattori da tenere in considerazione per questo fenomeno, come la diffusione di strumenti, come internet e la televisione, che tendono a provocare un sostanziale appiattimento del linguaggio. 

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