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Cinque bambini bocciati in prima elementare, uno è disabile

Cinque bambini bocciati in prima elementare, uno è disabile

Sicuramente è destinata a suscitare polemiche l’incredibile vicenda accaduta presso l’istituto “Giulio Tifoni” di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara, dove le maestre hanno deciso di non ammettere alla seconda elementare ben 5 piccoli studenti della classe prima. La notizia ha prevedibilmente fatto scalpore in tutto il paese, ma non solo. Le mamme dei bambini hanno infatti annunciato che faranno ricorso al TAR, aggiungendo anche che sarà indirizzata una Class Action contro il Ministero dell’Istruzione.

La questione, in ogni caso, appare alquanto complessa. “Non riteniamo imputabile ciò alla mancanza di professionalità dei docenti, piuttosto puntiamo all’impossibilità di seguire con attenzione necessaria trenta bambini tra i cinque e i sei anni, ciascuno con la propria capacità di apprendimento” hanno dichiarato i genitori di alcuni bambini. Da molto tempo infatti nel paesino si discute del problema delle classi pollaio e dell’impossibilità di garantire agli alunni, in queste condizioni, una corretta istruzione.

C’è comunque da rilevare che 3 dei bambini bocciati sono figli di stranieri, mentre un quarto bambino è disabile. Anche per questo la classe docenti è stata fortemente criticata. Il sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, sembra schierarsi dalla parte dei docenti: “Quello che viene effettuato è sicuramente il risultato di valutazioni ponderate da scuola e spesso anche famiglia. La bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione” ha dichiarato il primo cittadino.

La Baracchini, dirigente scolastico in un altro istituto, ha po aggiunto che il problema non sta  nelle classi numerose: “Ci sono sempre state classi molto numerose. I bambini vivono in maniera forte le dichiarazioni dei genitori e alla fine gli unici a rimetterci saranno proprio loro. È ora di ridare alla scuola la sua priorità e riconoscere la sua finalità principale: quella formativa” .

 

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