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Decreto legge semplificazioni, gli emendamenti eliminati

Decreto legge semplificazioni, gli emendamenti eliminati

Tagli in vista per il decreto legge  semplificazioni: restano in corsa 23 emendamenti e ne vengono tagliato 62 in base al risultato del vaglio delle ammissibilità della presidenza del Senato al decreto Semplificazioni, all’esame dell’Aula. 

 

In media sono stati bocciati due emendamenti su tre, che erano stati inserti nel decreto legge semplificazioni: il voto è atteso per stamattina a partire dalle 9 e 30.

Vediamo gli emendamenti “salvi”. 

Sì alle trivelle: vengono concessi  18 mesi di tempo per realizzare il ‘Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee’ e i canoni di concessione dei terreni vengono incrementati di 25 volte. 

Confermata l’Ires scontata al 12% per le organizzazioni no profit con l’aliquota che è stata portata al 24% con le legge di bilancio 2019.

 Rientra nel decreto legge semplificazioni anche il provvedimento relativo agli NCC sulla riforma del sistema delle auto da noleggio con conducente.

Confermata la rottamazione ter e la concessione all’accesso ai contribuenti che hanno aderito alla rottamazione bis ma non hanno versato entro il 7 dicembre 2018 le rate di luglio, settembre e ottobre. 

Resta lo stop all’Iva nelle zone economiche speciali (ZES), viene autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per quest’anno in favore delle vittime e dei parenti della tragedia di Rigopiano, obbligatorio indicare nell’etichetta l’origine di tutte le materie prime utilizzate negli alimenti di produzione nazionale.

Ecco invece che cosa “salta”. 

Stop alle norme che prevedono la distruzione delle piante colpite da Xylella e la reclusione da 1 a 5 anni per chi non rispetta le regole, stop alla proroga della sospensione dei tributi e contributi, per i contribuenti colpiti dal crollo del ponte Morandi, fino al 2 dicembre 2019, stop agli sconti rc auto per chi accetta di installare la scatola, stop alle novità sulla web tax, stop alla stretta sulle concentrazioni delle farmacie che prevedeva una riduzione dal 20% al 10% come tetto delle attività esistenti nella stessa regione che possono essere controllate da uno stesso proprietario. 

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