Dopo che, mercoledì, la Giunta per il regolamento del Senato aveva deciso che per la decadenza di Berlusconi ci sarebbe dovuto essere il voto palese, ieri ventidue senatori del Pdl e di Gal, autodefinitisi “innovatori”, cioè fra le “colombe” che vogliono mantenere il sostegno al governo, hanno firmato un appello indirizzato al presidente del Senato Pietro Grasso, affinchè non ascolti il parere della Giunta e faccia svolgere la votazione in maniera segreta:
“Il parere della Giunta per il regolamento del Senato sul voto palese, oltrechè tecnicamente infondato, contravviene alle regole della correttezza istituzionale. Non vi può essere infatti alcun dubbio sul fatto che il tipo di votazione in esame riguardi una persona e che dunque, ai sensi dell’articolo 113 del regolamento, debba avvenire a scrutinio segreto“
hanno spiegato i senatori. Il primo firmatario dell’appello è Luigi Compagna, e tra gli altri vi sono Roberto Formigoni, Carlo Giovanardi e Maurizio Sacconi, mentre il ministro Quagliarello, pur non avendo sottoscritto formalmente il documento per rispetto dell’autonomia parlamentare, si è detto comunque d’accordo. L’appello, comunque, rimane aperto all’adesione dei senatori che ne condividano i contenuti. La decisione della Giunta di far votare con scrutinio palese sulla decadenza di Berlusconi sembra quindi aver ricompattat0 in difesa del leader un Pdl che sembrava diviso fra “falchi” e “colombe“. Ora il partito, come annunciato dal suo segretario Angelino Alfano, è pronto alla “battaglia in Parlamento” contro la decadenza dell’ex premier, battaglia che può avvenire ad esempio presentando molti ordini del giorno su punti del regolamento non presi in considerazione dalla Giunta.
Si è appreso intanto che la maggioranza dei membri del Consiglio Nazionale del Pdl ha approvato il ritorno a Forza Italia, notizia che è stata accolta con soddisfazione dal Cavaliere, che in una nota ha auspicato una “ancora più ampia condivisione di tale documento” che consenta “una rapida e positiva conclusione della dialettica che si è avviata in questi giorni verso il rilancio di Forza Italia”. In giornata, era proseguita la polemica fra Pd e Pdl. Il segretario democratico Guglielmo Epifani aveva infatti avvertito: “La legge Severino deve essere applicata, il Parlamento deve uscire da queste fibrillazioni. Un voto sulla decadenza non deve determinare nessun problema”.
A Epifani ha prontamente replicato il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta, affermando: “Ha proprio ragione il segretario protempore del Pd: basta tenere in ostaggio il governo con l’atteggiamento violento, infame, assatanato, irresponsabile, odioso, del Partito cosiddetto Democratico nei confronti del presidente Silvio Berlusconi“. Sulla questione della sua decadenza è intervenuto anche l’ex premier, in un’intervista per il nuovo libro di Bruno Vespa: “La partita è ben lontana dal fischio finale perchè la sentenza che mi ha condannato è fondata su delle falsità e sarà ribaltata molto presto. Hanno commesso un autogol; gli italiani hanno capito che vogliono eliminarmi per sempre dalla vita politica perchè mi considerano l’ultimo ostacolo alla loro definitiva presa del potere” ha ammonito. Berlusconi ha fatto sapere però di non essere arrabbiato: “Troppi giornali hanno titolato “L’ira di Berlusconi”. Io posso essere preoccupato, deluso, amareggiato, ma l’ira proprio non mi ha mai posseduto”.
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