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Aumenta ancora il numero dei fallimenti

Un quadro desolante, quello descritto dall’ultimo rapporto dall’osservatorio Cerved riguardo il numero dei fallimenti, in sostanziale aumento su quasi tutto il territorio nazionale. In particolare l’accento viene posto raffrontando il primo trimestre del 2012 con quello relativo allo scorso anno. Se ne deduce un aumento del 4,2% rispetto ad un anno fa con oltre 3000 procedure di fallimento in corso. Una tendenza inarrestabile ormai dal 2008, con i dati che non hanno mai indicato un’inversione di tendenza.

 
A risentirne in particolare il settore dell’edilizia con un più 8,4% rispetto al 2011, il terziario (+4,1%) e quello industriale dove il numero di fallimenti ogni diecimila imprese si è attestato al 9,8% rispetto al 5,5% dell’intero settore economico. Qui è possibile rilevare una timida ripresa con un calo dei fallimenti del 7,2% rispetto al 2011.

Rapporto Eures, in aumento il numero dei suicidi

Specchio della crisi. E’ drammatico il quadro che emerge dal Secondo Rapporto Eures dal titolo “Il suicidio in Italia al tempo della crisi”, se ne deduce un aumento esponenziale dei suicidi per motivi di lavoro o meglio per assenza di una qualsivoglia occupazione nel periodo che va dal 2006 al 2010 in una percentuale che va dal 39,2% fino ad attestarsi al 44,7%. Per la precisione dai 357 casi del 2009 si è passati ai 362 del 2010 con un andamento altalenante negli anni addietro 275 nel 2006, 270 nel 2007, 260 nel 2008.

 
Coloro che hanno perso il lavoro risultano come categoria a rischio, mentre è meno marcata l’incidenza dei suicidi sui soggetti alla ricerca della prima occupazione. Nel primo caso i suicidi sono stati 272 nel 2009 e 288 nel 2010 mentre nel secondo 85 nel 2009 e 74 nel 2010. La componente maschile appare la più vulnerabile, con un incremento dei suicidi che passa dai 303 del 2009 ai 310 del 2010, l’indisponibilità a far fronte ai bisogni familiari è ritenuta una delle cause scatenanti.