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“Bimbominkia” diventa diffamazione aggravata

“Bimbominkia” diventa diffamazione aggravata

Sarà capitato a moltissimi di noi utilizzare il termine “bimbominkia” anche magari in maniera scherzosa. Peccato però che secondo la Cassazione da oggi utilizzare la parola bimbominkia potrebbe perseguibile penalmente. Questa sentenza potrebbe incidere, anzi sicuramente inciderà, in particolar modo il mondo dei social e del gaming online, dove praticamente veniva utilizzata più spesso. Occhio dunque ai commenti, che spesso si incorre in battibecchi anche tranquilli ma che portano gli interessati ad utilizzare questa terminologia.

Siamo certi comunque che soprattutto sui social, i commentatori più accaniti sicuramente non si faranno impressionare dalla decisione della Cassazione e non si faranno problemi a continuare con  la stessa linea di sempre, così rischiando di incorrere in una denuncia che potrebbe volgere a loro sfavore. La diffamazione è un reato punito dall’articolo 595 del codice penale: la condotta sanzionata è quella di offenderein assenza del diffamatol’altrui reputazione davanti a più persone. L’illecito è inoltre aggravato se l’offesa avviene “col mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità”

Per la Corte Suprema il termine “bimbominkia” indica una persona con scarso quoziente intellettivo dunque la diffamazione e l’offesa aggravata risiederebbe proprio nel significato e nel caso in cui foste accusati di diffamazione, l’inputato non potrà avvalersi del diritto di critica che decade automaticamente con l’offesa. Il primo caso di condanna per utilizzo di questa parola riguarda l’ambientalista Enrico Rizzi che dopo aver infangato la memoria di Diego Molter, ex consigliere regionale del Trentino-Alto Adige ed appassionato cacciatore, con commenti tipo “vigliacco” e “assassino” ha ricevuto in risposta un “bimbominkia” da un’amica di Molter che è stata anch’essa condannata in via definitiva. Dunque questo provvedimento sembra sia stato attuato proprio per arginare situazioni di commenti accaniti ed odio sui social.

Per quanto riguarda la nostra opinione ci sentiamo di dire che ormai la censura con il pugno duro che è arrivata addirittura ad una parole futile come “bimbominkia” sembra abbastanza esagerata. Credo comunque che debba dipendere dal contesto in cui ci si trova, prima di condannare a priori ogni situazione. Ormai però la decisione è presa, quindi popolo dei social, streamers, gamers, influencer e tutti i lavoratori del web dovranno stare ben attenti ad utilizzarla perché potrebbero ritrovarsi una citazione in giudizio e perdere la causa. Forse, arrivati a questo punto, conviene direttamente fare silenzio nelle situazioni spiacevoli anche se comunque questo rovina proprio la libertà di opinione che magari andrà espressa diversamente, se siete capaci.

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