Bere sul posto di lavoro? Alcuni datori di lavoro dicono di si. In effetti, alcuni studi hanno dimostrato che bere birra stimola il processo creativo e risolutivo di situazioni problematiche ed enigmi. D’altronde, quei “Mad Men” degli anni ’60 non ptevano essere stati così pazzi, dopo tutto.
Per chi non ha familiarità con la serie TV di successo, “Mad Men”, ricordiamo che questa racconta le vicende quotidiane di un’agenzia pubblicitaria di Madison Avenue del 1960, compresa l’abitudine di quel periodo di sbronzarsi. Vediamo chi lavora in ufficio per poi andare a pranzo e bere diversi Martini, per poi tornare per un aperitivo pomeridiano. Non si tratta però di bevute furtive, ma di qualcosa di cui andare fieri, con tanto di bottiglie di liquore in bella mostra. Anche se una serie di società oggi servono alcolici ai dipendenti, sono ancora le agenzie pubblicitarie a detenere i livelli più alti di somministrazione di bevande alcoliche ai dipendenti. Recentemente le aziende che hanno deciso di offrire questo tipo di servizio sono quelle di J. Walter Thompson, la BBDO, TBWA / Chiat / Day, Grey, ed infine la Mindshare.
A New York, J. Walter Thompson ha presso i suoi uffici ha un bar di 50 piedi di lunghezza con sgabelli piedistallo che farebbero davvero vergognare dei piccoli bar qualunque. “Sì, abbiamo un bar”, dice un portavoce, “e si accede frequentemente. Pensiamo che incentivi ed entusiasmi i dipendenti. Normalmente vi si accede fuori dall’orario di lavoro, ma non è detto che non vi si possa accedere anche durante”.
L’agenzia Kirshenbaum, Bond, Sénécal + Partners ospita un open-bar per eventi chiamato Carrelli. Il nome deriva da un carrello per drink, affettuosamente conosciuto come “the trolley”, che 20 anni fa, serviva per fornire bevande per i clienti dell’agenzia. Il carrello venne ritirato, ma il liquore viene servito ancora, comprese le marche appartenenti a clienti dell’agenzia. Queste comprendono attualmente Svedka vodka, whisky Glenfiddich, Milagro Tequila, Sailor Jerry rum e gin Hendricks. Sono fornite anche bevande non alcoliche. Jonah Bloom, capo della strategia digitale al Kirshenbaum, dice l’azienda cerca di fare Carrelli “una cosa abbastanza normale”. I dipendenti hanno bisogno di un momento di pausa, allontandandosi dalla propria scrivania per un pò e divertirsi mescolando gli ideatori con i ragionieri, i commercialisti con il personale.
“Lavoriamo duro” riferisce Bloom, che aggiunge: “La maggior parte dei dipendenti inizia a lavorare verso le 9:00, per terminare di lavorare verso le 21:00, o anche più tardi. Pertanto un pò di divertimento va più che bene”. Alcuni studi hanno riconosciuto che uno o due drink aiutano il processo creativo. “Un gruppo di persone insieme a chiacchierare. Si tratta di un evento sociale. Queste persone non possono solo risolvere problemi. Tuttavia accade che spesso, durante una di queste pause, una persona esprime un’idea di risoluzione ed un’altra magari ne prende spunto” continua Bloom, che poi dice: “Non sono sicuro che sia l’alcool”, riferendosi alla capacità di risoluzione di problemi. “Potrebbe essere solo la socializzazione. Ma chi lo sa? L’alcool può agire come lubrificante”. Prove recenti suggeriscono che l’uomo abbia ragione.