Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Audrina, la bimba nata col cuore fuori dal petto

Audrina, la bimba nata col cuore fuori dal petto

Una donna del Texas ricevette la tragica notizia alla 16esima settimana di gravidanza: l’ecografia mostrava che il suo feto in via di sviluppo presentava una malformazione cardiaca rara che quasi sempre si rivela fatale. Il cuore della piccola che stava crescendo nella pancia di Ashley Cardenas si stava sviluppando all’esterno del suo corpo. Ectopia cordis. Questo il nome della condizione per la quale il cuore, o parte di esso, sporge dal torace attraverso una apertura dello sterno.

Invece di pensare di interrompere la gravidanza, Ashley ha comunque di dare alla luce, nello scorso mese di ottobre, la bimba, chiamata Audrina. Il suo secondo giorno la neonata è stata sottoposta, da un team di 11 medici all’ospedale pediatrico di Houston, Texas, ad un pericoloso intervento di ben 6 ore che le ha permesso però di salvarle la vita. I medici hanno fatto spazio nel suo petto per quel terzo di cuore che si era sviluppato al di fuori del suo corpo.

“La cavità toracica attuale non si forma nella sua giusta dimensione, quindi non si può semplicemente mettere il cuore là e chiudere la porta”, ha affermato Charles Fraser, cardiochirurgo dell’ospedale.

L’intervento si è rivelato un successo. Audrina è ancora fragile, però. Dimessa dall’ospedale il 23 gennaio scorso con uno schermo esterno rosa sul cuore che si trova appena sotto la pelle, appare ancora vulnerabile. Viene alimentata via flebo, ma è comunque in via di miglioramento. In futuro i medici le potranno impiantare una copertura permanente sul petto. Ma quando Audrina avrà l’età per andare a scuola, probabilmente, sarà in condizioni di salute analoghe a quelle di tutti i suoi coetanei.

L’ectopia cordis colpisce 8 bambini su un milione. Di questi, solitamente, il 90% muore subito o comunque entro i primi 3 giorni di vita.

2 commenti su “Audrina, la bimba nata col cuore fuori dal petto”

  1. Pingback: Tracy Glastrong

Lascia un commento