Le ragazze vittime dell’attentato di Brindisi sono state sottoposte a numerose operazioni per poter curare le ustioni provocate dall’esplosione della bomba, nei pressi dell’istituto Morvillo Falcone. Proprio a causa delle forti ustioni, sono costrette ad usare delle pomate particolari per la pelle nel post-operatorio; pomate molto costose, che non sono rimborsabili e neanche prescrivibili, perché considerate “trattamento estetico“. Per questo motivo, è subito scattata la polemica sul web, nei vari blog e social network.
Le ragazze di Brindisi, rimaste senza un aiuto, hanno ricevuto la risposta dell’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini:
“Abbiamo già chiesto al sindaco di Mesagne di anticipare le spese che le famiglie delle ragazze ferite nell’attentato del maggio scorso stanno sostenendo per le cure, in attesa che arrivino i fondi stanziati dalla Regione Puglia. La difficoltà riguarda una sola ragazza, che ha necessità di curarsi con una pomata non prescrivibile. È stato erroneamente riportato, invece, che le difficoltà riguardano tutte le ragazze, ma non è così. Come non è vero che le famiglie siano state lasciate sole. Ci tengo a ricordare che, già dal 21 maggio, la giunta della Regione Puglia aveva stanziato 200 mila euro in favore delle ragazze colpite e delle loro famiglie; nei prossimi giorni, questa somma sarà nella piena disponibilità del Comune di Mesagne, che potrà poi distribuire alle famiglie, secondo le necessità e i criteri stabiliti“.
Queste le parole dell’assessore, intervenuto in merito alla questione. Nel frattempo, il mandato di pagamento è stato firmato dal settore Protezione Civile della Regione, il 28 giugno scorso: “L’importo non sarà immediatamente disponibile per motivi tecnici, ma bisognerà ancora attendere qualche giorno e, per questa ragione, l’amministrazione comunale ha comunque deciso di anticipare 10 mila euro a ciascuna delle studentesse coinvolte nella strage“, ha affermato il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti. La consegna è prevista per venerdì prossimo.