Nello stesso giorno in cui è venuto a mancare il giocatore del Livorno Piermario Morosini, 25 anni, colto da un fatale malore nel corso della partita di serie B tra Pescara e Livorno, il mondo dello sport assisteva ad un’altra tragica perdita. A soli 27 anni è infatti morta ieri la pallavolista Veronica Gomez Carabali, di nazionalità venezuelana, schiacciatrice che quest’anno aveva indossato la maglia del Lokomotiv Baku. La giovane era rientrata in patria a causa di un infortunio al tendine di Achille ed è qui che è deceduta a causa di un arresto respiratorio. Nel corso della sua carriera la Gomez aveva giocato anche in Russia (Uralochka), Belgio (Tongeren), Svizzera (Koniz), Spagna (Caja de Avila), Romania (Galati).
Ancora un’altra morte incomprensibile colpisce dunque lo sport professionistico, popolato di atleti sottoposti a rigorosi, frequenti e completi controlli medici. Tutto ciò però non è sempre in grado di proteggere da anomalie congenite o difficilmente individuabili anche da parte dei professionisti medici più esperti, come può avvenire ad esempio con una miocardite. Per spiegare le cause esatte della morte del nostro Morosini sarà domani effettuata l’autopsia e, probabilmente, stessa sorte toccherà anche alla giovane pallavolista. Ricordiamo che poche settimane fa anche un altro pallavolista è deceduto, crollando in campo nel corso della partita Volley Forly-Lube a Macerata. Parliamo di Vigor Bovolenta, 37 anni, campione storico del volley italiano.
Purtroppo, ciò che occorre in generale non è solo accertare le cause della morte dei diversi atleti che nel corso degli anni, sempre più frequenti, sono stati colti da attacchi cardiaci o altri tipi di anomalie genetiche e non, quanto riflettere sul fatto se esista la possibilità concreta di fare qualcosa in più affinché tali episodi possano essere in qualche modo prevenuti ed evitati. Non solo attraverso la pur sempre utilissima presenza di defibrillatori a bordo campo, o comunque in centri sportivi e posti generalmente affollati. Questo perché, purtroppo, non tutti sono stati e saranno fortunato come Fabrice Muamba, 23enne giocatore del Bolton, dato per spacciato dopo che il suo cuore è stato fermo per 78 minuti. Il giocatore potrà ristabilirsi grazie al defibrillatore che gli è stato impiantato.