La casa è di nuovo nel mirino del governo Monti. “Non sarà una nuova stangata”, questa almeno è la promessa. Dopo i recenti interventi che hanno portato al varo dell’ Imu, l’imposta municipale sugli immobili, è in arrivo anche la riforma del catasto. Come afferma a riguardo un documento del Tesoro, l’ obiettivo sarà quello di aggiornare le rendite catastali, in modo da renderle più congrue al valore di mercato, cercando così anche di equilibrare i valori all’interno di una stessa città.
La riforma avrà un ruolo fondamentale per l’erario, visto che, è dalle rendite catastali che si parte per calcolare l’imposta sugli immobili da versare allo Stato. Secondo fonti del governo, la riforma sarà a “costo zero”: all’adeguamento dei valori base dovrà corrispondere una riduzione delle aliquote. Tra tutti, due in particolare sono gli elementi portanti di questa “rivoluzione”: la sparizione dei vani sostituiti dai più moderni metri quadri, e il maggior peso attribuito alla posizione dell’immobile rispetto alla sua età.
A tracciare le basi del nuovo catasto è un documento ufficiale elaborato dal ministero dell’Economia che fissa i cinque criteri che saranno utilizzati:
- La costituzione di un sistema catastale che contempli assieme alla rendita (ovvero il reddito medio al netto delle spese di manutenzione e gestione del bene), il valore patrimoniale del bene, al fine di assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione;
- la rideterminazione della classificazione dei beni immobiliari;
- il superamento del sistema vigente per categorie e classi in relazione agli immobili ordinari, attraverso un sistema di funzioni statistiche che correlino il valore del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie;
- il superamento, per abitazioni e uffici, del vano come unità di misura della consistenza a fini fiscali, sostituendolo con la superficie espressa in metri quadrati;
- la riqualificazione dei metodi di stima diretta per gli immobili speciali.
Il nuovo provvedimento potrebbe arrivare velocemente, per consentire una reale applicazione prima della fine della legislatura. Già nel 2006 l’allora governo Prodi presentò un collegato alla Finanziaria per avviare un tentativo di riforma del catasto. Difatti ancora strutturato con il sistema di categorie e classi introdotto alla sua nascita, con rendite rivalutate l’ultima volta nel 1990, con riferimento al biennio precedente. La fine anticipata della legislatura,però, fece cadere il progetto.