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Visita del papa al sacerdote antimafia

Visita del papa al sacerdote antimafia

I boss della famiglia dei Torcasio avevano combattuto strenuamente perchè quell’edificio confiscato dallo stato non fosse riutilizzato da nessuno e quando il parroco Giacomo Panizza l’aveva preso per aiutare i disabili non hanno esitato ad attuare intimidazioni ed attentati.

Il parroco però non ha desistito e sebbene dal 2002 debba vivere sotto scorta ritiene di aver raggiunto dei buoni risultati nella sua personale lotta alla ‘ndrangheta. “Ora ho un programma di protezione. Abbiamo dovuto mettere le telecamere, un anno e mezzo fa’ sono venuti a tagliare i freni di un pulmino e di un’auto per il trasporto dei disabili. Anche il vescovo ha ricevuto una lettera con disegnata una cassa da morto e la sua foto sopra” ha detto senza ombra di timore il sacerdote con 30 di carriera sulle spalle.

Dopo il lavoro in acciaieria scoprì la vocazione a 23 anni, quindi dal Bresciano si trasferì in Calabria, dove ha svolto il suo compito senza compromessi e senza paura protetto dalla fede. Ha superato molte difficoltà, di cui la più grande è stata l’omertà che circonda i clan della ‘ndrangheta ed i suoi affiliati. Ha dichiarato “spesso gli altri sacerdoti mi dicevano di lasciar perdere, ma oggi, specialmente coi miei superiori, ci capiamo al volo.” Oggi incontrerà Benedetto XVI, che dopo la celebrazione (davanti ad oltre centomila fedeli) parlerà con il parroco delle problematiche della zona.

In calabria questa visita è molto attesa e la gente spera di ricevere parole di sollievo e speranza dal santo padre, il quale arriva in un momento particolarmente difficile per i calabresi; infatti la crisi economica colpisce duro la loro terra e rafforza ulteriormente la criminalità organizzata, che non conosce crisi. Problemi denunciati già dal parroco antimafia nel suo libro scritto a quattro mani con Goffredo Sosi e con la prefazione di Roberto Saviano “Qui ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso”. 

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