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USA considera l’ipotesi di intervento militare in Iran

USA considera l’ipotesi di intervento militare in Iran

La situazione adesso è arrivata quasi su quella sottile linea di non ritorno che già tante volte è stata superata dagli Stati Uniti e li ha portati in guerra negli ultimi 60 anni. Continuano le accuse a Teheran, che le definisce lapidariamente: “ridicole”.

Barack Obama e Re Abdullah sono d’accordo sulla necessità di coordinare i loro due paesi per lanciare una risposta internazionale decisa ed inequivocabile all’Iran. I due leader hanno parlato a lungo dopo che sui giornali era rimbalzata la notizia dello sventato attentato all’ambasciatore saudita.

Il piano dei terroristi Manssor Arbabsiar, 56 anni, e Gholam Shakuri era degno di un film di Hollywood secondo il capo dell’Fbi Robert Muller. Un’agenzia segreta iraniana (l’Irgc), un infiltrato sul suolo americano che contatta i narcotrafficanti messicani per pagarli 1 milione e mezzo di dollari per uccidere l’ambasciatore saudita e destabilizzare il medio oriente e creare il panico con un attentato riuscito sul suolo Americano.

Si tratta di una vera escalation chemi fa pensare che gli iraniani non abbiano alcuna paura di una reazione punitiva statunitense. Semplicemente in questo momento non ci temono” ha commentato Elliott Abrams, analista della situazione internazionale. Continuano a rincorrersi le voci di un intervento militare americano in Iran, ma per il momento trovano conferma solo sui rumors online.

Al momento una reazione militare è molto improbabile; infatti al di la dell’impossibilità economica di una guerra per gli Stati Uniti ci sono troppe contingenze internazionali che renderebbero quella militare un’opzione impraticabile. L’Iran infatti non è una preda facile come l’Iraq innanzi tutto, quindi ci sarebbe la necessità di molti più uomini e mezzi, inoltre il paese è uno dei maggiori produttori al mondo di greggio ed attaccarlo sarebbe un danno per l’economia mondiale incalcolabile. Importante anche il programma nucleare Iraniano, che in caso d’attacco potrebbe trasformarsi da civile a militare, ma anche e specialmente la “protezione” di cui il paese islamico gode da parte di Cina e Russia, suoi principali partner commerciali.

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