Dodici le scosse registrate nella notte, in Emilia Romagna, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La più forte avvertita è stata di magnitudo 3.5 della scala Richter, alle 23:48 con epicentro tra le province di Mantova e Modena, ad una profondità di 6.6 chilometri. Tutte le altre scosse, avvenute fino a poco dopo le 5 del mattino, hanno avuto magnitudo compreso tra i 2 e i 2.9 della scala Richter.
La terra non ha tremato soltanto in Italia: ieri, un terremoto di magnitudo 5.5 della scala Richter ha colpito anche l’Australia, nella parte sud-orientale. Il sisma è avvenuto alle 13:30 di ieri – le 8:53 in Australia – a circa 10 chilometri di profondità, con epicentro a 10 chilometri a sud-ovest di Moe. Il sisma è stato avvertito distintamente dalla popolazione in diverse città, provocando il panico. La scossa è durata circa 40 secondi e sono molte le testimonianze di gente spaventata, che ha anche raccontato di bambini che piangevano e cani che abbaiavano.
Domani, intanto, si terrà la Conferenza Nazionale dei Geologi sul Rischio Sismico in Italia, presso l’Ospedaletto d’Alpinolo in Irpinia. Il luogo scelto per l’incontro è proprio dove si registrò il devastante terremoto del 1980, con magnitudo di 6.9 gradi della scala Richter. Il terremoto provocò danni talmente enormi, che avrebbe dovuto già insegnarci qualcosa in fatto di prevenzione: 280 mila persone sfollate, quasi 9 mila i feriti e circa 3 mila morti. Non è stato di certo l’unico caso, per quanto riguarda terremoti violenti avvenuti sul territorio italiano: basti ricordare il sisma del 1908 tra Messina e Calabria, quello del Belice nel 1968, così come quelli in Molise, in Umbria, quello del 2009 all’Aquila ed adesso in Emilia Romagna. Solo per citare quelli devastanti e senza contare, dunque, le continue scosse sismiche di magnitudo inferiore, che colpiscono continuamente l’Italia. Il nostro è, chiaramente, un paese geologicamente soggetto a scosse telluriche: contiamo almeno 2 mila terremoti l’anno, che non possono passare inosservati senza pensare, per prima cosa, ad investire e lavorare per la messa in sicurezza del territorio, così come avviene da anni in Giappone.