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Sventato attentato contro Putin

Sventato attentato contro Putin

È sempre più tesa l’aria che si respira in Russia alla vigilia delle elezioni presidenziali, previste per il prossimo 4 marzo. Dopo le notizie inerenti le molte manifestazioni di protesta nei confronti del Primo Ministro russo, arriva anche la notizia che esisteva un piano per uccidere Putin dopo le prossime elezioni presidenziali.

La “notizia bomba” arriva direttamente  dal “Primo Canale” della televisione russa, che ha per l’appunto riferito che l’intelligence russa, coadiuvata da quella ucraina hanno sventato nei giorni scorsi l’organizzazione dell’attentato.

Secondo le prime indiscrezioni riportate dal “Primo Canale”, il piano sarebbe stato deciso dal capo dei terroristi ceceni, Doku Umarov, che per organizzare il tutto avrebbe preventivamente inviato ad Odessa, centro portuale dell’Ucraina, due banditi che dovevano svolgere una sorta di “stage” per ottimizzare la loro pratica riguardo la fabbricazione degli esplosivi.

Ecco quanto avrebbe affermato uno dei due attentatori: “Ci hanno detto di andare a Odessa. Di imparare come si fanno le bombe e poi di spostarci a Mosca per una serie di attentati su obiettivi economici. In seguito sarebbe avvenuto l’attentato a Putin”.

Difatti, sempre riferendosi alle pochi voci che finora trapelano, uno dei due banditi che sono stati fermati, ha dichiarato agli inquirenti che del materiale esplosivo era già stato nascosto vicino a Kutuzovsky Prospekt, un viale molto grande, che il Primo Ministro russo percorre abitualmente per dirigersi verso la sede del governo. L’intenzione era quella di depositare  l’esplosivo in una zona vicina. L’ordigno avrebbe generato un’esplosione  molto potente, che era in grado di danneggiare ina maniera significativa la vettura che utilizza Putin.

A confermare la veridicità dell’attentato, c’è anche la dichiarazione di un agente ucraino impeganto nell’operazione: “Fra i file del notebook sequestrato durante l’operazione, dice l’agente, di cui ovviamente non possiamo fare il nome, abbiamo trovato un materiale che inchioda alle loro responsabilita’ i terroristi. Fra questi c’e’ un video girato sul percorso che avrebbe dovuto seguire il corteo di macchine che accompagna Putin durante i suoi spostamenti. Esistono bombe che esplodono colpendo in pieno la carrozzeria delle autovetture. Possono essere attivate a distanza, ma e’ possibile usarle con uomini disposti a sacrificarsi. Madaev era uno di questi”.

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