Sono ormai state superate le vecchie stime dell’Onu che parlavano di 3000 vittime in Siria dall’inizio della ribellione al regime dittatoriale di Bashar Assad. I moti cominciarono in concomitanza con quelli in Egitto, Libia e Yemen, ma mentre nei primi due la situazione si è capovolta in Yemen ed in Siria la situazione continua ad essere critica. La Siria però è un discorso ancora più importante, sia per la sua posizione strategica sullo scacchiere mediorientale, sia le implicazioni economiche, sia per le violenze inaudite molto più che altrove.
Sono state ventilate parecchie soluzioni, compresa una militare sul modello libico, ma sono state abbandonate a causa della situazione particolare che vede presente così vicino al teatro della repressione l’Iran, con la sua minaccia nucleare. Lo stesso Bashar Assad ha fatto notare alle potenze occidentali che intervenire militarmente in Siria sarebbe come accendere fiammiferi in una polveriera ed anzi disse: “volete creare un uovo Afghanistan? Perché in questo modo avrete molti nuovi Afghanistan da gestire contemporaneamente se interferirete qui.”
Nonostante l’immobilismo dell’Occidente di fronte a queste minacce però ci sono comunque le associazioni per i diritti umani e le agenzie di stampa a vigilare sulla situazione, che sembrava aver trovato una svolta con l’annuncio di mediazione da parte della Lega Araba. Secondo però la Human Rights Watch la situazione però non è affatto migliorata, anzi, l’associazione per i diritti umani accusa la Siria di “crimini contro l’umanità“.
Nell’ultimo rapporto di HRW, pubblicato oggi in vista di una nuova riunione della Lega Araba al Cairo. Sul dossier siriano l’associazione invita l’organizzazione panaraba per chiedere al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di imporre a Damasco un embargo sulle armi, ma anche nuove sanzioni contro i responsabili delle violazioni dei diritti umani, in particolare di deferire il regime di Bashar al Assad alla Corte Penale Internazionale. Al momento i rappresentanti della Lega Araba non hanno commentato, come del resto non l’hanno fatto già nei molti mesi in cui hanno evitato di impegnarsi in una situazione da subito critica.