Fakhra Younas era conosciuta come l’espressione dell’emancipazione della donna nel mondo islamico. La donna a cui il marito aveva sfregiato il volto con l’acido e che sembrava aver retto al dolore. Invece quest’ultimo l’ha sopraffatta, troppo grande da sopportare e così, senza lasciare neanche un biglietto con una spiegazione o un messaggio per qualcuno, Fakhra si tolta la vita lanciandosi nel vuoto dal sesto piano di una palazzina nella periferia di Roma, in via Segre, a Tor Pagnotta.
Fakhra era una danzatrice che dal suo paese e arrivò in Italia nel 2001 dopo che il marito geloso, figlio di un influente uomo politico pakistano, l’aveva sfigurata con l’acido nel sonno. La donna, appena 20enne, aveva chiesto il divorzio, troppo stanca per le continue violenze ed umiliazioni che era costretta subire. Con il figlio Nauman, che adesso ha 17 anni, si trasferì in un’altra casa per mettere, anche di fatto, fine a quell’unione. Ma il marito non resse a quell’affronto e le rovinò per sempre il suo bellissimo volto, distruggendole anche la gioia di vivere.
La donna arrivò in Italia a Roma 11 anni fa, dove si è sottoposta a ben 39 interventi di chirurgia plastica per tentare di ricostruire in qualche modo le sembianze di un volto normale. Ma il trauma psicologico è stato troppo forte, tanto che non fu mai abbandonata da équipe di psicoanalisti. Nel 2005, dopo l’uscita del suo libro “Il volto cancellato”, Fakhra sembrava aver trovato un pò di serenità. “È una morte che mi rattrista molto perché lei era un sogno di riscatto che non si è verificato. Purtroppo, nonostante l’impegno di molte persone che hanno cercato di aiutarla, non si era mai integrata completamente. Aveva avuto un passato molto difficile, segnato prima dalla vita con la madre, una prostituta, e poi dalle violenze del marito” ha raccontato Elena Doni, la giornalista coautrice del libro, tradotto in diversi paesi del mondo. Anche il Professor Valerio Cervelli che l’ha operata per ben 39 volte, in fondo, non sembra molto sorpreso dall’estremo gesto della donna, che fisicamente stava bene, ma ormai aveva l’animo logorato dal dolore.