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Italicum, ancora scontro nel Pd. Fassina: “Renzi capo dei 101”

Italicum, ancora scontro nel Pd. Fassina: “Renzi capo dei 101”

Proseguono in Senato i lavori sulla legge elettorale, che dovrebbe essere approvata martedì, grazie anche al maxiemendamento Esposito, che ha permesso di “saltare” oltre 35 mila emendamenti. Anche giovedì, però, non sono mancati gli scontri all’interno del Pd, con il “dissidente” Walter Tocci che ha annunciato in aula che i senatori della minoranza del partito non voteranno il maxi-emendamento a prima firma di Anna Finocchiaro che recepisce gli accordi della maggioranza sull’Italicum, e che essi hanno ritirato i loro sub-emendamenti. Tocci ha affermato: “Dispiace rimanere in silenzio in Aula e ancora più doloroso è non partecipare alle votazioni assieme al proprio gruppo, e spero cada presto il velo di incomprensione tra noi senatori del Pd“, e ha spiegato di non essere “convinto sull’ammissibilità dell’emendamento Esposito“.

Nella seduta di martedì è stato inoltre bocciato con 17o voti contrari l’emendamento della minoranza dem che introdurrebbe le primarie per legge, una bocciatura che non è stata accolta bene dalla prima firmataria, la senatrice Lucrezia Ricchiuti, che ha definito il Pd “un partito alla frutta“, venendo ripresa dal capogruppo Luigi Zanda. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha invece difeso l’Italicum su Twitter, in un “cinguettio” che è stato ritwittato anche dal premier Matteo Renzi, dove ha scritto: “Quando finiranno le polemiche e leggeranno il testo, scopriranno che il Senato sta facendo una legge elettorale seria. Come promesso #lavoltabuona“. Nel frattempo si avvicina anche l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, ed anch’essa rischia di diventare motivo di scontro politico.

Dalla minoranza del Pd, infatti, Stefano Fassina ha così risposto a chi gli chiedeva se potesse accadere qualcosa di analogo a quanto successo nel 2013 con la mancata elezione di Romano Prodi al Quirinale: “A differenza di quelli che oggi chiedono disciplina e due anni fa hanno capeggiato i 101, noi siamo persone serie. Tra noi non ci saranno franchi tiratori“. E, a chi gli ha domandato se Renzi abbia capeggiato i 101 “franchi tiratori” del Pd che “affossarono”, appunto, l’elezione di Prodi, il deputato ha risposto: “Non è un segreto“. Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ha subito bollato quest’accusa come “una sciocchezza incredibile“, mentre l’ex segretario democratico Pierluigi Bersani ha affermato in proposito: “Renzi a capo dei 101? Non lo so, ci vorrebbero i servizi segreti per scoprirlo”.

Acque agitate anche in Forza Italia, dove vi è la corrente guidata dall’eurodeputato Raffaele Fitto, che, in conferenza stampa alla Camera, si è detto contrario alla riformo costituzionale al vaglio di Montecitorio, e ha attaccato nuovamente Berlusconi e il patto del Nazareno, dicendo: “Stiamo svendendo la nostra storia sulla strada di un percorso incomprensibile“. Intanto il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo e il cofondatore Gianroberto Casaleggio hanno scritto una nota sul blog intitolata “Fuori i nomi”, con le foto di Giuliano Amato, Sergio Mattarella e Pierferdinando Casini, in cui hanno chiesto “a Renzie prima che inizino le votazioni” per il nuovo presidente della Repubblica, “la rosa di nomi che si appresta a presentare, come ha ribadito più volte, in qualità di presidente del partito di maggioranza, per proporla ai nostri iscritti e farla votare“.

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