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Scuola,nessun aumento per l’orario dei prof, passa l’emendamento

Scuola,nessun aumento per l’orario dei prof, passa l’emendamento

Trovati i fondi per evitare l’aumento delle ore lavorative dei professori, che restano le 18 attualmente svolte. La Commissione Bilancio della Camera ha votato un emendamento del governo alla legge di stabilità che ripristina l’attuale orario, ricavando la copertura economica da alcuni tagli mirati. Ad illustrare l’emendamento è lo stesso ministro Profumo, il quale ha spiegato le modalità di reperimento delle risorse.

”E’ stata fatta un’operazione estremamente importante in un momento di grandissima difficoltà”, ha commentato Profumo a margine dei lavori della commissione Bilancio. “E’ stata trovata una soluzione che a saldi invariati ci consente di non toccare i servizi agli studenti e gli orari dei docenti”

Nello specifico, sono stati recuperati 1,8 milioni dal taglio dei distacchi sindacali e dei comandi dei docenti del personale scolastico al ministero e ad altri enti; 6 milioni dalla dismissione dell’immobile di piazzale Kennedy, a Roma, precedentemente utilizzato come sede del ministero dell’Università, reso superfluo dall’accorpamento con il ministero dell’Istruzione; 20 milioni sono stati ricavati dai tagli per i bandi dei fondi First e Trin; altri 30 milioni provengono dai tagli sul progetto Smart City nel centro nord; 47,5 milioni dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa “senza pregiudicare l’offerta”; a questi vanno aggiunte ingenti risorse rinvenute in un fondo in cui in passato sono state conservate risorse raccolte con vecchi tagli.

 
Durante la riunione della Commissione Bilancio, il ministro Profumo ha ringraziato il ministero dell’Economia per l’aiuto fornito nel reperimento delle risorse atte ad evitare la norma che avrebbe imposto l’aumento delle ore di lavoro dei docenti, che sarebbero dovute passare da 18 a 24
Dopo l’annuncio di ieri da parte del ministro che rassicurava di aver trovato la soluzione al taglio contestato, il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio aveva annunciato che se così non fosse stato, avrebbe avuto luogo una lotta senza quartiere al provvedimento, che sarebbe culminata il 24 novembre con lo sciopero.

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