L’Istituto di Planetologia dell’Università di Stoccarda ha scoperto, studiando un’antica statua Buddha – rinvenuta da una spedizione archeologica tedesca in Oriente, nel 1938 – che la scultura in questione è stata scolpita nell’atassite, cioè un minerale molto raro e caratteristico dei meteoriti ferrosi.
La statua ha circa 1000 anni, alta circa 20 centimetri, pesa 10 chili e – come si legge sulla rivista “Meteoritics and Planetary Science” – la scultura tibetana rappresenta la divinità buddista Vaisravana, anche conosciuto come Jambhala in Tibet.
Secondo gli scienziati, l’atassite di cui è composta la statua è un minerale estremamente raro dei meteoriti a base di ferro con alto contenuto di nichel. In base a quanto scoperto dagli studiosi, pare che questo materiale sia giunto a noi grazie al meteorite Chinga, che colpì le zone della Mongolia e della Siberia circa 15 mila anni fa. I suoi frammenti furono ufficialmente riconosciuti dai cercatori d’oro nel 1913 ma, secondo gli scienziati, quasi sicuramente si iniziò a raccoglierli molti secoli prima.
In seguito al suo ritrovamento, pare che la statua della divinità buddista Vaisravana divenne parte di una collezione privata e che solo nel 2007, in seguiro ad un’asta, sia divenuta disponibile per poter fare tutti gli studi del caso. Le ultime analisi su di essa sono state condotte dal team di Elmar Buchner della University of Stuttgart, in Germania.
La statua è stata ribattezzata “Space Buddha“, proprio per la sua composizione “celeste”. Secondo il New Scientist, l’uso di frammenti di meteoriti per creare collane e simili era piuttosto diffuso già tra gli Egiziani, ma non si sa se fossero a conoscenza della provenienza dell’atassite. In Tibet, invece, i meteoriti ferrosi erano conosciuti come “ferro del cielo”.