Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Trovato in natura il primo quasicristallo, proveniente direttamente dallo spazio

Trovato in natura il primo quasicristallo, proveniente direttamente dallo spazio

La scoperta dei quasicristalli torna alla ribalta per la scoperta del primo esemplare di origine naturale mai ritrovato. Sarebbe proveniente dallo spazio ed è databile attorno ai 4,5 miliardi di anni fa’, ossia contemporaneo alla formazione del sistema solare. La scoperta è da attribuirsi all’italiano Luca Bindi, che lavora presso l’Università di Firenze e nel Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Adesso il prezioso quasicristallo è stato conservato nel Museo di Storia Naturale del suo ateneo.

Nel rarissimo materiale sono state trovate anche tracce del minerale chiamato Stishovite, un polimorfo del biossido di silicio, che si può formare solo a pressioni elevatissime come 100.000 atmosfere (che possono sussistere solo in condizioni naturali molto particolari come nelle profondità magmatiche della terra oppure a causa di impatti di meteoriti provenienti dallo spazio).

Il quasicristallo era stato affidato per un breve periodo al California Institute of Technology (Caltech) che ha provveduto ad analizzarlo con sofisticate apparecchiature non presenti in Italia, “abbiamo scoperto che il campione esaminato è di origine extraterreste, cioè di roccia che contiene l’inclusione è per forza di origine meteorica” ha spiegato Bindi.

I risultati sono stati inequivocabili. Gli isotopi dell’ossigeno sono risultati del tutto simili a quelli osservati in una categoria di meteoriti conosciute come condriti carbonacee. La cosa interessante è che fino ad oggi le leghe di alluminio metallico non erano mai state osservate in meteoriti; ne consegue che il campione fiorentino potrebbe rappresentare un nuovo tipo di corpo extraterrestre, molto probabilmente risalente a circa 4,5 miliardi di anni fa’, cioè coincidente con la formazione del sistema solare.”

Una nuova conferma che va quindi a rinsaldare la fondatezza del premio Nobel per la chimica del 2011 assegnato al professor David Shechtman, il quale contro la derisione della comunità scientifica teorizzò l’esistenza di questi composti, dimostrata dapprima artificialmente ed adesso, con questo ritrovamento, anche in natura.

Lascia un commento