E’ stata anche mercoledì una lunga giornata di incontri e colloqui in cerca di un candidato all’elezione del prossimo presidente della Repubblica, che ha visto in serata una prima indicazione di un nome, quello del giudice costituzionale Sergio Mattarella. Il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini, uscendo dalla Camera dopo aver incontrato alcuni esponenti del suo partito, ha infatti dichiarato: “Si parte e si arriva con Sergio Mattarella“. Lo stesso Guerini, più tardi, ha però precisato: “La partita è ancora lunga e aperta ed è tutt’altro che definita su questo o quel nominativo“. Anche l’altro vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, ha spiegato che “non ci sono candidati, la partita per il Quirinale è apertissima“.
Renzi, mercoledì, ha parlato prima ai deputati del Pd, poi ai senatori democratici, quindi ha incontrato Angelino Alfano e Maurizio Lupi, del Nuovo Centrodestra, poi ha avuto un faccia a faccia con l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, e, infine, ha avuto un confronto di due ore con Silvio Berlusconi. Non si sa di preciso cosa i due si siano detti, ma il premier, parlando ai suoi deputati, ha rivolto anche un chiaro messaggio al leader di Forza Italia, dicendo: “Noi non possiamo accettare veti“. Berlusconi, invece, incontrando nel pomeriggio i grandi elettori del suo partito, ha spiegato: “Non abbiamo ancora individuato un candidato comune. Saremo in consultazione permanente per arrivare a un nome per il Quirinale che possa darci garanzie“. L’ex Cavaliere avrebbe però rivelato che su alcuni nomi proposti da Renzi “abbiamo detto no e i nostri no sono stati accettati. Dunque, i pericoli maggiori sono stati scampati”.
Il premier e Berlusconi dovrebbero comunque rivedersi giovedì mattina per sciogliere gli ultimi nodi sull’elezione del presidente della Repubblica. Renzi, comunque, vorrebbe innanzitutto ricompattare il Pd sulla scelta del nuovo capo dello Stato, e l’incontro con Bersani sarebbe servito proprio a cercare di riconquistare anche buona parte della minoranza democratica. Proprio su Mattarella potrebbe convergere l’intero Pd, ma anche Sel, i 25 grandi elettori ex del Movimento 5 Stelle e, secondo alcune indiscrezioni, persino la componente di Forza Italia che fa capo a Raffaele Fitto. Il premier vorrebbe “chiudere la partita entro la fine della settimana”, come ha spiegato ai suoi, e a tale scopo i capigruppo del Pd hanno chiesto alla presidente della Camera Laura Boldrini di aggiungere una votazione venerdì. Renzi inoltre sembra non dare per scontata l’ipotesi che i democratici votino scheda bianca alle prime tre votazioni: “Decideremo domani, per me resta la proposta migliore ma decideremo insieme” ha affermato.
Forza Italia, invece, non avendo un candidato di bandiera voterà scheda bianca ai primi tre scrutini. Intanto dall’assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle è arrivata la “rosa” dei dieci candidati del Movimento da far votare giovedì dalle 8 alle 14 sul blog di Beppe Grillo: sono Pierluigi Bersani, Raffaele Cantone, Lorenza Carlassarre (che si è subito chiamata fuori), Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Romano Prodi, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky. Se i prescelti fossero Prodi o Bersani, potrebbero costituire una tentazione anche per la minoranza Pd, e mandare in crisi il Patto del Nazareno. Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno invece annunciato che fin dal primo scrutinio, che si terrà giovedì alle 15, voteranno Vittorio Feltri.
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