“La scelta di D’Alema è in linea con la stragrande maggioranza degli iscritti al Pd. E quello che pensano tutti. Lo pensavano pure di Veltroni”. Ora “finalmente la discussione sulla rottamazione può prendere un altro verso. Adesso la discussione può essere sui contenuti”. È il commento di Matteo Renzi al passo indietro di D’Alema sulla sua eventuale ricandidatura per il Parlamento. Il rottamatore però auspica che il gesto del leader possa essere emulato anche da altri veterani del Pd. “Nel momento in cui D’Alema e Veltroni fanno un gesto così, è evidente – aggiunge- che tutti gli altri non potranno che fare la stessa cosa. Non è che mandiamo via D’Alema e ci teniamo Fioroni”.
Ad un Renzi piuttosto morbido si contrappone un D’Alema a metà tra l’ironico e il sarcastico ma consapevole del danno che un concetto come la rottamazione può arrecare in un paese come l’Italia. “Per la mia storia e la mia formazione so bene che la politica non si realizza esclusivamente in Parlamento. Non vivo questo passaggio come un passo indietro, ma come l’opportunità di organizzare diversamente il mio impegno e la mia partecipazione – afferma il democratico in un’intervista a L’Unità. “Bersani -aggiunge- ritiene che D’Alema darà battaglia e non si arrenderà alla rottamazione. Ha ragione, mi conosce bene. Quello che non posso accettare è la cultura della rottamazione. Non per ragioni personali, come credo ormai sia chiaro, ma perché la ritengo distruttiva per il centrosinistra e per il Paese”.
Poi riguardo al sindaco di Firenze commenta così: “Renzi non è un piccolo maleducato. Le sue posizioni rappresentano l’irrompere del qualunquismo populista nel nostro campo e il rischio di una vera e propria mutazione. C’è l’intromissione di un rampatismo senza radici e senza principi. Mi batto contro la rottamazione, perché la rottamazione non è il rinnovamento, ma un chiaro messaggio di natura politica e culturale dai forti significati negativi. Noi -conclude D’Alema- ci siamo battuti contro Berlusconi. Nel messaggio di Renzi, però, non si scorge la denuncia del danno prodotto in Italia dalla destra”