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Movimento dei forconi, la protesta non finisce oggi

Movimento dei forconi, la protesta non finisce oggi

Oggi, 20 gennaio, doveva finire la rivolta del movimento dei forconi. Ma non sarà così. Agricoltori, allevatori e pescatori hanno annunciato, sulla pagina Facebook ufficiale, che la protesta andrà avanti. Almeno fino al prossimo mercoledì 25 gennaio. La nota, che porta la firma di Martino Morsello, è di qualche istante fa e ha messo fine all’incertezza sulla prosecuzione della rivolta.

Dopo cinque giorni di protesta con circa 100 presidi in tutta l’isola che hanno sicuramente creato disagi tant’è che in Sicilia i rifornimenti non hanno più carburante e i supermercati sono sprovvisti di generi alimentari, vista anche l’apertura del Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che si è impegnato ad affrontare il governo nazionale lunedì 23 gennaio per affrontare la questione Sicilia, il Movimento dei Forconi – assieme agli autotrasportatori – continuerà nella protesta fino a mercoledì 25 gennaio nei presidi prestabiliti. Non saranno creati intralci alla circolazione – si legge ancora nella nota -, né tanto meno all’approvviggionamento di merce di prima necessità. Occorre dare visibilità in tutto il mondo alla grande responsabilità che tutti i siciliani hanno in questo momento difficile in cui si trovano non solo l’economia dell’isola ma anche le famiglie e le aziende. [Occorre] avere fiducia nelle istituzioni chiamate a un compito difficile, quello di ridistribuire il reddito partendo dallo sviluppo delle aziende“.

C’è grande attesa, dunque, per l’incontro a Roma tra il governatore Lombardo (Mpa) e il presidente del consiglio Mario Monti. Gli agricoltori e i trasportatori chiedono che venga ridotto il prezzo delle benzina e vogliono l’abbassamento delle imposte per i loro settori. Nei presidi, in questi giorni, non sono pochi i contadini a cui sentiamo dire che “possiamo andare avanti ancora a lungo: qual è il problema? Si guadagna di più a non lavorare che a stare sui campi. Tra tasse, benzina e mutui da pagare, non ci rimane niente in tasca. Se muore l’agricoltura, muore tutta l’economia siciliana. Tutti dovrebbero capire questo e appoggiarci”.

Non solo il forcone, ma anche la bara è ormai diventata tra i simboli della protesta. E qualche manifestante ha pensato di proporre anche l’impiccato. Le foto della galleria sono state scattate nella punta sud orientale della Sicilia, a Ispica (Rg) e Rosolini (Sr).

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