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Monti ridisegna l’Italia. Restano solo 43 province

Monti ridisegna l’Italia. Restano solo 43 province

Attualmente le province italiane sono 107, ma le cartine geografiche dovranno essere ridisegnate in quanto i criteri previsti dalla delibera emanata ieri dal Consiglio dei ministri, mettono a rischio 64 enti, 50 nelle Regioni a statuto ordinario e 14 in quelle a statuto speciale, salvando (almeno per ora) 43 province, tra cui 10 città metropolitane. Una provincia, per essere tale, dovrà avere un minimo di 350 mila abitanti e una superficie territoriale di almeno 2.500 km quadrati.

Tra le novità importanti, ci sarebbe la costituzione di due macro province in Emilia Romagna, una per l’Emilia e che andrebbe a ricomprendere le attuali province di Parma, Piacenza insieme a Reggio Emilia e Modena; l’altra, della Romagna, che andrebbe invece a comprendere Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena. Anche in Abruzzo si prospettano delle novità con la costituzione della provincia Adriatica. L’Aquila rimarrebbe capoluogo di regione, ma ben presto le città di Pescara, Teramo e Chieti potrebbero essere accorpate in un unico ente. Idem per il Lazio con tre nuove province che corrisponderebbero ai territori della Tuscia (Viterbo), della Sabina (Rieti) e del Frusinate (Frosinone e Latina).

Il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi ha dichiarato:

L’esito generale della riorganizzazione potrà portare a un numero, con qualche approssimazione, di 40 Province e 10 Città metropolitane. Entro l’anno, se non prima,  il riordino delle Province sarà legge dello Stato.

Ora saranno i consigli delle autonomie locali, organi di livello regionale, a predisporre un progetto di accorpamento che sarà presentato alla Regione e da questa al governo. Tuttavia già a livello locale cominciano proprio le prime resistenze. In Toscana tutto l’attuale sistema va ridefinito: Firenze rientra nei requisiti, ma diventerà Città metropolitana solo a partire dal primo gennaio 2014, mentre Pisa e Livorno andranno probabilmente ad unirsi a Siena ed Arezzo. Nel Lazio, invece, la presidentessa della Regione, Renata Polverini, contesta i criteri adottati dal Governo. Una volta completata la riorganizzazione, i nuovi enti avranno funzioni di tutela e valorizzazione dell’ambiente, pianificazione territoriale, della viabilità e del trasporto provinciale, andando così a perdere le competenze sul mercato del lavoro e l’edilizia scolastica.

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