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Monti prepara le carte per far pagare l’ICI anche al Vaticano

Monti prepara le carte per far pagare l’ICI anche al Vaticano

Anche se manca ancora la conferma ufficiale, stavolta sembra davvero che anche la Chiesa dovrà pagare l’Ici. Il Governo, difatti, sembra deciso a rivedere gli accordi inerenti l’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili “commerciali” degli enti ecclesiastici.

Già nelle ultime settimane, la decisione era stata “preannunciata” dall’apertura sulla questione  da parte del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della conferenza episcopale italiana, che si era detto “possibilista” su una revisione della normativa fiscale.  Comunque, secondo i ben informati, la decisione è comunque anche dettata soprattutto da due fattori. Uno “celebrativo”, l’altro strettamente di natura economica. Per ciò che concerne quello “celebrativo”, difatti, il 16 febbraio verrà celebrata la ricorrenza per la stipula dei Patti Lateranensi, cioè l’accordo bilaterale  tra Stato e Chiesa del 1929, durante il quale verranno per l’appunto discussi i termine per la revisione dell’esenzione.

Per quanto riguarda invece il motivo di natura economica, tale decisione è soprattutto dettata dall’imminenza di una condanna dell’Unione Europea ai danni dell’Italia per “aiuto di Stato illegali”, di cui le esenzioni fiscali per gli immobili ecclesiastici commerciali rappresentano un esempio lampante. Bisogna difatti precisare che il provvedimento mira sì ad includere nella tassazione gli immobili della Chiesa, ma solamente quelli che hanno finalità di lucro, saranno comunque esentati quelli che hanno finalità no-profit.

L’esenzione fu introdotta durante il governo Berlusconi nel 2005, il quale consentì per l’appunto questo provvedimento fiscale per tutti gli immobili ecclesiastici, profit e no-profit. Un provvedimento che ribaltò la decisione dell’anno prima della Cassazione che invece prevedeva l’esenzione solo per le attività senza finalità di lucro.

Non è ancora chiara la cifra che lo Stato riuscirà a recuperare con questa revisione, difatti non sarà semplice per coloro che dovranno decidere, diversificare le strutture profit e no-profit. Si calcola che siano almeno 100 mila gli immobili di proprietà ecclesiastica, scuole ed alberghi ad esempio, che godono dell’esenzione fiscale. Soprattutto sarà difficile capire come colpire anche tutte quelle strutture che “girano intorno” alla Chiesa, come alberghi ed altro, che nonostante siano legate alle strutture religiose, sviluppano comunque una natura puramente commerciale. Quindi, la decisione c’è, ma si dovrà vedere come verrà applicata, secondo le prime stime alcuni già vociferano che si può parlare di un recupero di almeno 400 milioni di euro all’anno.

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