Proseguono nel Mediterraneo le ricerche delle vittime e di eventuali superstiti del terribile naufragio nel quale sarebbero morte tra le settecento e le novecento persone nella notte tra sabato e domenica in acque libiche. Questa mattina è arrivata a Malta la nave Gregoretti della guardia costiera con a bordo 24 salme e 27 dei 28 sopravvissuti, che arriveranno a Catania in serata, mentre uno di loro, quello che ha raccontato che sull’imbarcazione c’erano quasi mille persone, è stato trasferito d’urgenza in ospedale a Catania. L’uomo, originario del Bangladesh, aveva affermato: “A bordo eravamo 950, c’erano 40-50 bambini e circa 200 donne”. Secondo il superstite, inoltre, molti migranti sarebbero stati chiusi nella stiva e i trafficanti avrebbero poi bloccato i portelloni per non farli uscire.
La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta, ipotizzando i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, e si indaga anche su reati relativi al traffico di migranti. Se tali cifre venissero confermate, si tratterebbe della più grande tragedia del mare del dopoguerra, ben peggiore anche di quella avvenuta nei pressi di Lampedusa il 3 ottobre 2013, che causò 366 vittime e 20 dispersi. I superstiti di ieri, tutti maschi, sarebbero generalmente in buone condizioni di salute, anche se sembrano provati da quanto successo. Provengono principalmente da paesi dell’Africa sahariana, ma anche dal Bangladesh. Il naufragio sarebbe avvenuto verso la mezzanotte tra sabato e domenica, quando il barcone era appena uscito dalle acque libiche ed era ancora circa 120 miglia nautiche a sud di Lampedusa.
Con il passare del tempo emergono particolari sempre più raccapriccianti. Sembra infatti che due dei ventotto superstiti si siano salvati restando “aggrappati ai morti per non finire a fondo”. I soccorritori che li hanno recuperati hanno infatti raccontato che queste due persone annaspavano in mezzo ai cadaveri, urlando per attirare l’attenzione dei gommoni che perlustravano la zona. Su quest’ultima tragedia dell’immigrazione è intervenuto anche il premier Matteo Renzi, che, in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il premier maltese Joseph Muscat, ha affermato: “Quello che avviene in queste ore nel Mediterraneo è molto di più di un naufragio ma è un grave momento di crisi umanitaria che va affrontato come tale. Siamo in presenza di nuovi schiavisti“, ha aggiunto Renzi, e per fermarli serve “una risposta solida di tutta la comunità internazionale“.
Il premier ha comunque ribadito che per ora non vi è “nessuna ipotesi di un intervento militare in Libia“, e ha confermato la sua contrarietà ad un blocco navale. Renzi ha inoltre riferito che nelle ultime ore vi sono state nuove segnalazioni, quella di “un gommone a trenta miglia dalla Libia, con 100-150 persone a bordo. E una barca più grande con 300 persone“. Al largo dell’isola di Rodi, nel sud-est del mar Egeo, è invece naufragata un’altra imbarcazione: ottanta migranti si sono salvati, e per ora vi sono tre morti tra cui un bambino, ma le vittime potrebbero essere molte di più, dato che si teme che a bordo fossero circa duecento. Intanto il presidente Donald Tusk ha confermato su Twitter che per giovedì prossimo è stato convocato un consiglio europeo straordinario sull’immigrazione.