L’attacco violento di circa 3000 persone il cui scopo evidente era cercare il morto, come a Genova, ma questa volta non sono Black Bloc venuti dall’estero, ma italiani facinorosi provenienti dalle frange anarchiche dei centri sociali. Necessarie delle leggi che consentano l’arresto preventivo dei violenti!
“C’era l’intenzione di attaccare sedi istituzionali, in primo luogo Camera e Senato. La polizia ha svolto il suo compito con integrità e precisione. C’era la volontà di ricreare l’incidente avvenuto a Genova durante il G8 e solo grazie alle forze dell’ordine si è impedito che ci scappasse il morto” ha detto Roberto Maroni mentre illustrava al Senato il rapporto sugli scontri di sabato scorso a Roma.
Servono nuove misure preventive, ma queste misure proposte da Maroni hanno generato una nube di polemica che ha oscurato il problema stesso; infatti il ministro vorrebbe che le leggi attuali venissero modificate per consentire l’arresto “preventivo” di chi è “sospettato” di voler partecipare alle violenze. Troppi se insomma per queste nuove leggi che hanno un po’ troppo l’odore di norme di polizia più adatte ad una dittatura che ad un paese democratico.
L’apertura del Ministro della Difesa Ignazio la Russa non risolve il problema, infatti dall’opposizione viene chiesto a gran voce di ascoltare gli appelli della polizia e fornire più mezzi alle forze dell’ordine piuttosto che mettere il paese sotto norme “fasciste”. Maroni dal canto suo controbatte che le informazioni ed i mezzi c’erano tutti, mentre gli strumenti legislativi erano manchevoli e non permettevano di prevenire questi fenomeni di violenza.
L’esempio che Maroni vuole usare per spiegare la sua richiesta di norme anti-sommossa è quello emblematico dei 4 fermati la mattina del 15 ottobre, tre donne ed un uomo, che portavano nell’auto materiale chiaramente sovversivo fra cui: mazze, fionde, proiettili di metallo e bottiglie, ma dopo essere stati identificati e denunciati sono stati rilasciati dai carabinieri in quanto non esistevano i presupposti per l’arresto.
Un nuovo tipo di terrorismo, secondo Maroni, che definisce “urbano” e che va combattuto anche con nuovi mezzi legislativi. Anna Finocchiaro del Pd ha espresso: “un’ostilità chiara e limpida nei confronti del fermo preventivo, qualcosa non ha funzionato se una città già presidiata e allarmata da giorni sulla gravità dei disordini che potevano accadere, è stata in parte messa a ferro e fuoco”.
Inedita la posizione del capo dell’Idv Antonio di Pietro, il quale ritiene che “salvaguardare i diritti costituzionali dei cittadini è la priorità, se mutare le norme già vigenti è la strada per fermare i facinorosi negli stadi e nelle manifestazioni politiche allora meglio provvedervi al più presto”.