Evie è la balia che si è occupata di accudire e far crescere al meglio il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, quando quest’ultimo viveva in Indonesia. La donna abbandonò presto gli studi, poiché non riusciva a esprimere serenamente la sua natura transessuale. Per dare una svolta alla sua adolescenza travagliata, Evie decise di dedicarsi totalmente al lavoro. Pertanto, sostenne un colloquio in una famiglia facoltosa e danarosa che la assunse, poiché la donna era un’ottima cuoca, che stregò i membri di questa famiglia con prelibatezze culinarie di alto livello. Quando Evie prese servizio, negli anni ’70, era ancora a tutti gli effetti un uomo.
La casa presso la quale iniziò a lavorare era quella del futuro presidente statunitense: qui iniziò a svolgere la mansione di cuoco, occupandosi, però, principalmente del piccolo Barry (così era chiamato Obama da piccolo). Durante gli anni ’70, Evie era consapevole della sua transessualità, ma non poteva renderla pubblica, in una società come quella indonesiana basata su pregiudizi e discriminazione. Pertanto, la trans viveva una doppia vita: di giorno era il cuoco ufficiale della famiglia Dunham e di sera si travestiva e usciva, comportandosi come una vera donna. La famiglia di Obama, però, si trasferì negli Usa nella prima metà degli anni ’70: Evie si ritrovò, dunque, senza lavoro e con l’impossibilità di vivere la vita come voleva, a causa di una maggioranza mussulmana che compone il paese e che spesso organizza raid punitivi contro i transessuali, considerati feccia della società.
Il lavoro per Evie iniziò a scarseggiare: per questo motivo, iniziò a prostituirsi e, in vent’anni, fu provata da eventi molto dolorosi, come la morte dell’amica trans, uccisa durante un raid persecutorio della polizia indonesiana. Da quel spiacevole evento, Evie decise di ritornare a vivere come uomo e di gettare via tutti i suoi trucchi e gli abiti femminili, per intraprendere un nuovo capitolo della sua vita. Oggi la donna ha 66 anni e vive in una zona rurale dell’Indonesia, versando in condizioni di miseria profonda.