Non ci sono più mezze stazioni ed anche l’influenza fa capolino in anticipo! In italia fa caldo, freddo a balzelli improvvisi ed a trarne vantaggio sono proprio i virus parainfluenzali.Â
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano, i sintomi sarebbero gli stessi dell’influenza stagionale: febbre, dolori articolari, spossatezza, raffreddore e tosse; le uniche terapie sono i farmaci sintomatici, in grado di lenire i sintomi ed abbassare la febbre: dei palliativi insomma. Ben 60000 gli italiani colpiti costretti a mettersi a letto a causa di questa improvvisata dell’influenza.
Secondo il virologo milanese la vera influenza verrà a dicembre: “si tratta di forme preinfluenzali. Ci sono 272 virus di questo tipo, che traggono beneficio dal freddo, ma anche dagli sbalzi termici di queste ultime settimane. Gli italiani colpiti diventeranno molti di più, ovviamente, quando tra novembre e dicembre arriveranno dall’emisfero sud i virus dell’influenza stagionale. Intanto però arrivano buone notizie per quel che riguarda la cura delle influenza stagionali.”
Dagli Stati Uniti viene la scoperta di una molecole anti virus influenzali. Il composto è stato testato dagli scienziati del Southwestern Medical Center della University of Texas, anche su quella mortale influenza spagnola, che uccise 30 milioni di persone nella pandemia del 1918. Questa molecola agisce incrementando i livelli di una proteina con funzioni antivirali già presente nell’organismo umano. La sostanza diventerebbe un farmaco assai più efficace contro i tre tipi di influenza più resistenti, vincendone anche numerose mutazioni che tendono a sviluppare ceppi sempre più resistenti ai farmaci. La rivista “Nature Chemical Biology” ha pubblicato la ricerca ed ha evidenziato che negli ultimi test la sostanza si è dimostrata efficacissima anche su virus letali come quelli del Vaiolo, ma anche su numerosi virus trasmessi dagli animali. Secondo molti esperti però ci vorrebbero almeno altri 10 anni di sperimentazione prima che sia sicura la somministrazione a pazienti umani.