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Ilva, Monti: pronto il decreto del governo

Ilva, Monti: pronto il decreto del governo

Il presidente del Consiglio Mario Monti, a termine di un vertice a Palazzo Chigi fra governo, sindacati, rappresentanti dell’azienda e amministratori locali, ha annunciato che domani sarà portato in Consiglio dei ministri il decreto “salva Ilva”. Il decreto del governo terrà conto anche delle indicazioni della magistratura. Il premier ha sottolineato che al tavolo “non è presente il potere giudiziario, ma l’attenzione doverosa alle indicazioni della magistratura è confermata dalla presenza qui stasera dell’Avvocatura dello Stato“. Alla riunione erano presenti i ministri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, del Lavoro e della Salute, i leader di Cgil, Cisl e Uil, il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante e il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido.

L’elaborazione del decreto “sarà in sintonia con le esigenze qui rappresentate”, ha affermato Monti, che ha aggiunto: “L’esecutivo sta vivendo la questione come un momento di vera prova per il nostro Paese“. Una preoccupazione simile è stata espressa dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ha affermato: “Sul caso dell’Ilva di Taranto l’Italia si gioca il futuro industriale e manifatturiero. Riteniamo prioritari gli interventi di valorizzazione dell’economia del territorio nel Protocollo d’intesa del luglio scorso”. Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, presente all’incontro, ha spiegato che “La Regione Puglia vedrebbe con grande preoccupazione un intervento legislativo urgente che si dovesse limitare esclusivamente a riproporre e a cristallizzare l’Aia, l’Autorizzazione integrale ambientale“.

Il decreto dovrebbe permettere il rafforzamento delle garanzie di realizzazione dei principi dell’Aia e l’imparzialità del meccanismo di controllo. Verrà inoltre costituito un Osservatorio apposito ed è allo studio un “progetto di salute per Taranto” per continuare l’attività di sorveglianza epidemiologica soprattutto in età pediatrica. La situazione nello stabilimento tarantino, comunque, resta critica. La produzione sta andando avanti solo negli impianti dell’area a caldo, sequestrati dalla magistratura a luglio, mentre nell’area a freddo, che non è stata sequestrata, l’attività è ferma. Gli operai dell’Ilva, venuti a manifestare a Roma, hanno gridato slogan contro “una classe politica di ladri“, che “non da risposte” e “sa solo rubare“.

Erano circa 300, provenivano da Genova, Taranto, Novi Ligure, Racconigi, dove si trovano gli altri stabilimenti dell’Ilva, e hanno intonato cori contro il premier Monti, il ministro Fornero e i Riva, proprietari dell’Ilva. Per la leader della Cgil Susanna Camusso, per affrontare la questione dell’Ilva “serve mettere in campo una responsabilità pubblica che si assuma la responsabilità per il futuro, anche al di là di quello che la proprietà farà“. Per il leader della Fiom-Cgil Maurizio Landini, “Bisogna fare gli investimenti necessari perchè gli impianti siano messi in regola e quindi bisogna recuperare le risorse”.

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