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Gioconda di Leonardo, scoperta una gemella al museo del Prado

Gioconda di Leonardo, scoperta una gemella al museo del Prado

Scoperta davvero incredibile quella che è stata fatta al Museo del Prado di Madrid. Dai magazzini del museo è infatti spuntata una copia della Gioconda di Leonardo Da Vinci. L’opera risulta essere quasi identica all’originale ed è stata contemporaneamente dipinta da uno degli allievi prediletti di Leonardo, probabilmente Andrea Salai o Francesco Melzi. Secondo “El Paìs” e “The Art Newspaper” si tratterebbe della prima copia in assoluto della Gioconda, che com’è noto è una delle opere d’arte più prestigiose al mondo.

Gli esperti del museo hanno impiegato diversi mesi per rimuovere la patina scura che ricopriva la tavola ad olio, ma il risultato è stato un intervento di pulizia che ha messo in mostra una Gioconda ringiovanita di una ventina d’anni ma con lo stesso enigmatico sorriso della Monna Lisa di Leonardo. L’opera è stata per molto tempo conservata nel museo come una banale riproduzione dell’originale di Leonardo conservata al Louvre, ed attribuita a pittori fiamminghi, per il supporto sul quale era stato realizzato: una tavola di rovere, materiale che non era affatto impiegato dagli artisti fiorentini del Rinascimento. Tuttavia, le recenti scoperte hanno portato ad una nuova classificazione che ha letteralmente sconvolto gli studiosi e gli amanti dell’arte. Da esami riflessologici e raggi ultravioletti sono emerse verità mai sperate: “Il supporto è risultato essere di noce, proprio legno impiegato dagli artisti italiani dell’epoca. E lo sfondo nero è una sovrapposizione successiva. Oggi crediamo sia stato aggiunto al quadro nel XVIII secolo” è emerso nella conferenza tecnica alla London’s National Gallery, in occasione della mostra “Leonardo da Vinci: pittore alla corte di Milano”.

Anche le dimensioni delle due opere sono quasi identiche: la Gioconda del Louvre misura 77 cm x 53 cm, mentre la copia del Prado 76 cm x 57 cm. Il dipinto dell’allievo di Leonardo è giunto nella collezione reale spagnola nel 1666, così come ha precisato Miguel Falomir, direttore del dipartimento della pittura italiana e francese moderna del Prado. “La copia del Prado inoltre è importante perché ci dice molto sulle pratiche artistiche nello studio di Leonardo, come la prosuzione di una seconda versione, dipinta in contemporanea con l’originale, un’ipotesi intrigante” si è concluso nella conferenza.

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