Quando si pensa alle caste, viene subito in mente quella dei politici (ministri, parlamentari, governatori, ecc.). C’è una casta di cui si parla molto meno e che guadagna molto di più. E’ quella dei manager pubblici. Altro che 145 mila euro più benefit vari. Gli stipendi annui dei dirigenti di enti statali e parastatali possono essere anche milionari.
Sta facendo molto discutere la buonuscita incassata da Pierfrancesco Guarguaglini, presidente dimissionario di Finmeccanica. Ha ricevuto la cifra fantasmagorica di 5,6 milioni di euro. Dal suo blog, Antonio Di Pietro si scaglia sia contro l’ex numero uno di Finmeccanica, sia contro gli altri manager pubblici che hanno stipendi faraonici: “Quando hanno fatto notare a Guarguaglini che sono un sacco di soldi, lui ha risposto che è più o meno l’equivalente dello stipendio di un anno. E’ vero – scrive il leader dell’Italia dei Valori. – Guarguaglini prendeva 4 milioni e 712mila euro l’anno, ed era il più pagato tra i manager pubblici italiani. Ma mica di tanto. Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni, prende 4 milioni e 272mila euro ogni anno; Fulvio Conti, ad dell’Enel, 2 milioni e 620mila euro; Umberto Quadrino, anche lui Enel, 2 milioni e 507mila; Giuliano Zuccoli, presidente di A2A, 1 milioni e718mila”. Di fronte a cifre di tale entità, a chi vengono chiesti i sacrifici? Non certo a questi milionari sulle cui competenze molti avanzano dei leciti dubbi. I sacrifici vengono ancora una volta chiesti a lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, ammalati e pensionati. Insomma, ai soliti noti.