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Crisi, dall’inizio dell’anno fallite quasi 46mila imprese in Italia

Crisi, dall’inizio dell’anno fallite quasi 46mila imprese in Italia

Sono oltre 46mila le imprese che, dall’inizio dell’anno sono state costrette a chiudere. Colpa della crisi, certo, che fa inceppare i meccanismi della catena produttiva. Secondo i dati raccolti dalla Cgia di Mestre, infatti, oltre 14.400 (più del 30%) aziende sono fallite per l’impossibilità a incassare dai clienti le proprie quanto dovuto da gennaio a fine giugno del 2012.

Per quanto riguarda i pagamenti, l’Italia registra il record dei ritardi: nel nostro Paese infatti si parla di ritardi che riguardano il 31% del totale (in Europa meno, attestati al 25%), e che superano la media europea di circa 30 giorni. Il Bel Paese sarebbe tra l’altro l’unico Stato europeo ad aver riscontrato, tra il 2008 e il 2012, un aumento dei tempi effettivi di pagamento di ben 8 giorni nelle transazioni commerciali tra aziende private, e di 45 giorni nelle relazioni commerciali tra aziende private e Pubblica Amministrazione. Ritardi che, sommati alla crisi economica, hanno determinato la chiusura di migliaia di imprese e la perdita di posti di lavoro.

”Nonostante il Governo Monti abbia messo in campo alcune misure che entro la fine di quest’anno dovrebbero sbloccare una parte dei pagamenti che i privati avanzano dalla Pubblica amministrazione – commenta Giuseppe Bortolussi, Segretario della CGIA di Mestre – è necessario che venga recepita quanto prima la Direttiva Europea contro il ritardo nei pagamenti. La mancanza di liquidità sta facendo crescere il numero degli sfiduciati, ovvero di quegli imprenditori che hanno deciso di non ricorrere all’aiuto di una banca. E’ un segnale preoccupante che rischia di indurre molte aziende a rivolgersi a forme illegali di accesso al credito, con il pericolo che ciò dia luogo ad un incremento dell’usura e del numero di infiltrazioni malavitose nel nostro sistema economico”.

Secondo la Cgia di Mestre che ha effettuato l’indagine, la situazione relativa ai ritardi nei pagamenti è “drammatica” per quelle aziende che lavorano per lo Stato centrale o per le Autonomie locali, proprio alla luce del fortissimo allungamento dei tempo di corresponsione dei pagamenti.

Nel nostro Paese, infatti, i pagamenti avvengono in media dopo 180 giorni, molti più che in Francia, dove avvengono dopo 65 giorni, in Gran Bretagna (43 giorni) e in Germania, dove il pagamento avviene dopo 36 giorni. In sostanza in terra tedesca si saldano i pagamenti in un mese, contro i 6 mesi  dell’Italia.

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