Dopo l’annuncio a sorpresa del via libera della Giunta per le autorizzazioni per l’arresto di Nicola Cosentino, nuova svolta al caso, che vede l’ex coordinatore del Pdl della Campania salvarsi dall’incarcerazione richiesta dal tribunale di Napoli per il reato di associazione camorristica.
Si è salvato con uno scarto di soli 11 voti, per cui è stato determinante il voto negativo dei radicali, che si sono detti fin dal principio contro l’arresto del deputato Pdl. La Camera dei deputati respinge dunque l’arresto di Nicola Cosentino, che ha definito ancora una volta le accuse contro di lui “infamanti ed assolutamente false. Contro di me un attacco mediatico, che si va ad aggiungere ad un’aggressione politica e giudiziaria“.
La Lega nord, che si era dimostrata determinante nel voto della Giunta per l’arresto di Cosentino, si è invece spaccata in parlamento, dove si sono divise le diverse correnti: i maroniani, a favore del carcere preventivo; ed il “cerchio magico” attorno al leader storico Umberto Bossi, che hanno invece votato contro seguendo la richiesta dell’ex alleato Silvio Berlusconi.
Il risultato ha soddisfatto in pieno i deputati del Pdl, i quali hanno a lungo esultato, inviando poco dopo una lettera a Cosentino per congratularsi con lui. Ci sarebbe stato un lungo abbraccio fra l’ex sottosegretario ed Alfonso Papa, il quale si riterrebbe anch’egli un perseguitato: “mi auguro che questo voto costituisca un passaggio utile affinché il nostro paese possa essere più garantista e attento ai diritti di tutti”.
Soddisfattissimo anche Silvio Berlusconi, che pur non partecipando alle manifestazioni di entusiasmo dei membri del suo partito ha espresso comunque con una pacata stretta di mano a Cicchitto ed Alfano la sua felicità per l’esito del voto. Ha in seguito spiegato che si è trattato di un “voto di giustizia. Ero convinto che questa sarebbe stata la decisione del Parlamento, che non poteva rinunciare alla tutela di se stesso. Il parlamentare Cosentino affronterà il processo da uomo libero, come è giusto che sia. Questa è la regola prevista dalla Costituzione di un Paese Civile, in cui nessuno, salvo casi eccezionali, può essere arrestato e tenuto in carcere prima di essere processato.”