Ennesima tragedia dell’immigrazione, ieri pomeriggio, nel Canale di Sicilia, a una settimana da quella di Lampedusa: un barcone con a bordo 250 persone si è rovesciato a circa 60 miglia a sud di Lampedusa e a 70 miglia da Malta, ai confini con le acque libiche. Secondo un primo bilancio, vi sarebbero circa cinquanta morti (trentatrè già recuperati), di cui dieci bambini, mentre 15o migranti sarebbero stati recuperati da una nave maltese, 56 dai mezzi italiani e 15 da un peschereccio. La Marina Maltese ha diffuso una nota ufficiale, nella quale ha spiegato che il naufragio è avvenuto verso le 17.15, quando un aereo militare dell’isola in ricognizione sul Canale di Sicilia ha visto il barcone, e i passeggeri hanno cominciato ad agitarsi per farsi notare, provocando il capovolgimento della nave.
Le Forze armate maltesi hanno fatto sapere che l’imbarcazione era già tenuta sotto osservazione da parte del Centro di coordinazione e salvataggio, perchè “sebbene diretta a Lampedusa, pareva instabile”. Le autorità de La Valletta hanno confermato che il barcone si sarebbe rovesciato in acque di competenza maltese, mentre la prima segnalazione relativa all’imbarcazione in diffic0ltà sarebbe stata lanciata da un telefono satellitare e raccolta dalla Capitaneria di porto italiana, che avrebbe localizzato il punto di provenienza della chiamata e avvertito le autorità maltesi. Una nave militare maltese è arrivata per prima nell’area, alle 17.51, e ha cominciato le operazioni di soccorso, prima di essere raggiunta dalle navi Libra, Espero e Chimera della Marina militare italiana. Gli elicotteri di bordo hanno lanciato salvagenti e zattere autogonfiabili, mentre da Lampedusa sono poi partite due motovedette della Capitaneria di porto e due motovedette e un elicottero della Guardia di Finanza.
Stando ad alcune fonti di Palazzo Chigi, il premier Enrico Letta, che rimarrebbe intenzionato a porre la questione dell’immigrazione al centro del prossimo vertice Ue, avrebbe commentato: “E’ la nuova drammatica conferma della situazione di emergenza”. Per il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, invece, “c’è bisogno di cambiare le leggi perchè chiedere il diritto di asilo a nuoto non può essere più accettabile per l’Europa: bisogna cambiare le politiche di asilo e poi cambiare quelle di accoglienza”. Il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, che si trovava a Felino, in provincia di Parma, per partecipare al Festival “Ottobre africano”, ha affermato: “Sono tutti punti alla nostra attenzione e si sono rovesciate comunque anche le nostre priorità. I morti non sono morti, ma sono qui con noi“.
Secondo il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, del Pdl, “non è la legge Bossi-Fini che causa morti. Sono anche frutto della demagogia di chi fa facili annunci, frutto delle guerre sbagliate in Libia, di chi vuole smantellare norme per favorire i mercanti di morte. Giù le mani dal reato di clandestinità”. Di diverso parere il leader di Sel Nichi Vendola, che ha dichiarato: “Le nostre coscienze non possono permettere ancora nuove stragi: istituire corridoi umanitari. Subito.” Intanto venerdì un altro barcone di immigrati, in prevalenza palestinesi e siriani, si è rovesciato al largo delle coste egiziane, nei pressi di Alessandria: i morti in questo caso sarebbero 12, mentre le autorità parlano di 116 superstiti e continuano le ricerche di eventuali dispersi.