Sono costate davvero care le dichiarazioni riportate in un’ intervista tv a Al-Saadi Gheddafi. Difatti, il figlio del defunto leader libico, Muammar Gheddafi, aveva usufruito del mezzo televisivo per affermare che era in contatto con le milizie dell’ ex leader in Libia, e proprio per questo poteva affermare che una rivolta popolare era ormai imminente.
Al-Saadi si era difatti rifugiato in Niger dopo le fase iniziali della guerra civile, ottenendo così asilo politico. La notizia dell’arresto è stata riferita alla rete televisiva “Al Arabiya” da Mohammed al Hareezi, portavoce del Cnt, il Consiglio Nazionale di Transizione, che ora è al potere in Libia: “Il passo è avvenuto dopo contatti fra i due paesi”. Questo il motivo scatenante della decisione.
Venerdì scorso, il figlio del “Colonello”, aveva rilasciato un’intervista all’emittente “Al Arabiya”. Nel corso di queste dichiarazioni aveva, tra le altre cose, affermato soprattutto che per l’appunto “la rivolta sta crescendo in Libia”. Inoltre, incalzato dalle domande dei giornalisti, che ovviamente volevano andare in fondo alla notizia, aveva anche precisato che, essendo in contatto con molte milizie libiche lealiste, poteva affermare anche che: “Molti continuano a lavorare con noi”.
Comunque bisogna ricordare che nel mese di settembre il Niger aveva già respinto la richiesta di estradizione per Al-Saadi. Infatti la situazione diplomatica tra i due paesi, con il passare delle ore si fa sempre più incandescente. Queste le parole in risposta di Marou Amadou , portavoce del governo del Niger, in seguito alla richiesta giunta nella tarda mattinata di oggi di “consegnare immediatamente” il figlio dell’ex leader libico: “La nostra posizione resta la stessa consegneremo Saadi Qaddafi solo a un governo che abbia un sistema giudiziario imparziale”.
Infine, bisogna comunque riferire che oltre a Al-Saadi, il “nuovo potere libico”, aveva anche chiesto al governo del Niger anche la consegna di altri esuli libici.