Ebbene si, adesso anche accettare mance è diventata una colpa così grave da meritare addirittura il licenziamento. L’inquietante e al tempo stesso quasi comico episodio è accaduto a Trento. Una donna, Giulietta Mistrorigo, 61 enne di Lavis, è stata licenziata dalla Miorelli service di Ala, la ditta che aveva l’ appalto per la pulizia delle stazioni di servizio dell’ autostrada A22. La Mistrorigo lavorava come addetta alle pulizie dei bagni presso un’area di servizio del Brennero, la Paganella Est.
La donna, che è stata licenziata ad ottobre 2008, era stata assunta il 1 gennaio 2007 con un contratto a tempo indeterminato, dove tra le varie norme c’è anche questa clausola: “E’severamente vietato esporre tavoli, sedie, banchi, e qualsiasi altro supporto per la raccolta delle mance. Tale violazione sarà sanzionata con l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro”. La ditta, difatti contesta alla 61enne di aver sollecitato ed anche accettato mance dagli automobilisti che usufruivano delle toilettes in almeno una ventina di occasioni. Sempre secondo i legali della ditta, la donna era solita sostare sull’uscita dei bagni, tenendo in mano un gruzzoletto di monete, “invitando” così in maniera esplicita la “gentile donazione”.
La Miorelli, inoltre ha comunicato che la donna era già stata più volte avvisata, e proprio in riguardo a questo caso, aveva fatto un ulteriore comunicazione aziendale, un ordine di servizio del maggio 2008 in cui si specificava che: “È assolutamente vietato chiedere denaro, pena un’ammenda che va da 500 a 5.000 euro”.
La Mistrorigo, comunque, non si è data per vinta, anzi, ha impugnato la lettera di licenziamento e si è rivolta ad un avvocato. Il legale della 61enne, l’avvocato Mario Giuliano, ha già presentato il ricorso e la causa partirà a breve davanti al giudice del lavoro di Trento. Ecco la sua difesa: “le mance non sono mai state chieste, richiamando il fatto che darle è ormai diventata consuetudine e che, in quanto fonte di diritto, non può essere annullata dalle disposizioni contenute nell’assunzione. La mancia è un atto di liberalità di terzi, sul quale il datore di lavoro non può incidere in alcun modo, se non, eventualmente, per pretendere una spartizione, ma non certo per impedire l’atto di liberalità in sé, ovvero la sua accettazione da parte del dipendente”.