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L’imbarazzante omelia del prete antivaccinista che snocciola fake news

L’imbarazzante omelia del prete antivaccinista che snocciola fake news

Che ci sia un credo o meno, dietro l’omelia del prete antivaccinista, poco importa. Credere a un Dio di cui abbiamo pochissime prove è ancora lecito, ma lasciarsi accecare da un idolo e nel nome di questo non comprendere il peso delle responsabilità della comunicazione non merita perdono.

Merita ancora meno perdono il fatto che anche dal mondo della politica vi sia chi supporta certe tesi. Stiamo parlando, ovviamente, dell’endorsement di Sara Cunialdon Paolo Pasolini, il parroco di Cesena che durante un’omelia ha sviscerato disinformazione e complottismo contro il vaccino AstraZeneca.

Secondo don Paolo il vaccino sarebbe il frutto di una barbarie compiuta ai danni delle donne fatte ingravidare da alcune aziende per poi indurle all’aborto al quarto o quinto mese di gravidanza, per poi sfruttare le cellule del feto morto come elementi di sperimentazione del vaccino. Una storia, questa, che ricorre solamente negli ambienti di chi è in forte malafede con la scienza e che più volte ha trovato la smentita dalla comunità scientifica.

Il sito di fact checking Bufale.net, per esempio, ha trattato la notizia ma già in passato, quando arrivò l’ok del Vaticano che comunque sosteneva la tesi dei feti abortiti, si era occupato di approfondire l’argomento citando l’associazione IoVaccino:

Alcune delle cellule usate per allestire colture umane su cui coltivare virus provengono da aborti terapeutici fatti negli anni ’60. In quel periodo, mantenere colture cellulari non era proprio una cosa banale e richiedeva una grandissima competenza. In particolare, nel 1962 alcune cellule derivate da tessuto polmonare sono state coltivate al Wistar Institute di Filadelfia e lì denominate WI-38. In Inghilterra, nel 1966, cellule polmonari provenienti da un altro feto sono state coltivate presso il Medical Reseach Council di Wiltshire e chiamate MRC-5. In entrambi i casi le cellule coltivate erano quelle che formano il tessuto connettivo, cioè i fibroblasti. Questi fibroblasti sono quindi diventati due linee cellulari “continue”, capaci di moltiplicarsi indefinitamente, e lo fanno benissimo anche oggi, a oltre 50 anni di distanza. Ci sono poche altre linee prodotte negli anni seguenti allo stesso modo, ma queste due sono le più usate. “In vitro” le linee non formano alcun tessuto, ma crescono semplicemente l’una vicino all’altra finché c’è spazio e nutrimento (entrambi forniti dal ricercatore) per tutti.

Ogni volta che si compie un passo in avanti contro l’infodemia, in sostanza, ci si ritrova a retrocedere di altri 100. Il motivo è che una menzogna complottista e carica di pregiudizi fa molta più presa di una spiegazione scientifica dettagliata. Per questo il caso del prete antivaccinista è così imbarazzante: se ne dissocia lo stesso Vaticano, ma lui non vuole rispondere alle richieste di chiarimenti.

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