Armando Siri è fuori dal governo: come anticipato qualche giorno, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha deciso di revocare la nomina del sottosegretario leghista indagato per corruzione nel corso di un Cdm durato quasi due ore.
Secondo le prime indiscrezioni non ci sarebbero stati voti o conte di alcun tipo, ma solo la revoca: nel corso di un dibattito tra i ministri, Conte ha illustrato delle condizioni oggettive che hanno portato alla revoca della nomina di Siri all’interno del governo. Dopo l’intervento del premier, è arrivato l’intervento del ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che ha illustrato la posizione della Lega, da sempre contraria alle dimissioni.
In una giornata come quella di oggi in cui l’Italia è scossa da inchieste su temi che riguardano la cosa pubblica, per me è altrettanto importante che il governo oggi abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato.
È stato il commento del vicepremier Di Maio.
Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: FLAT TAX per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi NO e i rinvii.
Sarebbe stato invece il commento di Matteo Salvini in merito alla revoca della nomina di Siri.
Bisogna riconoscere al sottosegretario Siri la presunzione di non colpevolezza, c’è un aspetto importante e ritengo che il governo si è comportato nel modo migliore: dobbiamo preservare il patrimonio di fiducia dei cittadini nei nostri confronti. Se non avremo più i cittadini al nostro fianco difficilmente potremo proseguire in modo efficace nell’azione di governo, difficilmente potremo vantarci di essere il governo del cambiamento.
Ha commentato il presidente del Consiglio al termine del Cdm.
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