Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Fine del Wind Day a Taranto, l’Ilva fFa il punto

Fine del Wind Day a Taranto, l’Ilva fFa il punto

Cessato l’allarme del “Wind day” a Taranto, l’ILVA fa il punto della situazione. Dopo le scuole chiuse, la foto provocatoria raffigurante un bimbo con la maschera antigas pubblicata su Facebook dal governatore Michele Emiliano e la campagna mediatica anti-ILVA, l’azienda rivendica i meriti.

“Sino al 2014, sulla copertura dei parchi minerali era praticamente tutto fermo” dicono all’Agi fonti vicine all’Amministrazione Straordinaria dell’azienda. E il problema non era solo la mancanza di soldi. Mancava proprio tutto o quasi. L’iter si è infatti sbloccato solo nel 2014, con il risultato finalmente “di avere sia le autorizzazioni pronte, sia il progetto approvato con decreto del ministro dell’Ambiente, sia l’investitore che mette le risorse per fare l’intervento”. Tutto ciò che prima dell’Amministrazione Straordinaria mancava.
Non solo. L’ILVA ha anche pagato “gli oneri di urbanizzazione al Comune di Taranto”.

Obblighi normativi a parte, i successi dell’Ilva in Amministrazione Straordinaria non si fermano qui: “il decreto del ministro è un’autorizzazione a tutti gli effetti ottenuta grazie al meccanismo delle conferenze dei servizi. Tant’è che laddove non è stata seguita questa strada ma si è andati attraverso il Suap (Sportello Unico per le Attività Produttive n.d.r) del Comune, vedi l’edificio per i filtri a manica dell’agglomerato, l’iter è stato ancora più complicato ed ha richiesto anche un passaggio in Consiglio comunale”.

La nota Agi continua con le parole delle fonti aziendali: “Non dimentichiamo che affrontare tutta la parte preliminare alla copertura dei parchi, tra cui la caratterizzazione dell’area e la gestione dei cosiddetti fondi scavo, ovvero dove si perfora il terreno per le analisi, non è stato per niente facile e solo l’ultimo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n.d.r.) ha definitivamente sbloccato una serie di protocolli operativi che erano rimasti in sospeso”.

Le fonti vicine all’Amministrazione Straordinaria osservano infine: “Non dimentichiamo che Am Investco ha accettato il progetto che c’è già, e questo non comporterà altre lungaggini, mentre Acciaitalia proponeva un suo progetto, il che avrebbe comportato rifare l’iter burocratico”.

Lascia un commento