Il governo si opporrà alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle nei confronti del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per il suo intervento in favore della scarcerazione di Giulia Ligresti. La Guardasigilli, da parte sua, nel corso di due incontri avuti con il premier Enrico Letta, avrebbe detto che, se necessario, sarebbe stata pronta a dimettersi, ma Letta, tutte e due le volte, l’avrebbe rassicurata: “Non ci sono problemi, devi stare tranquilla”. Ierì, intanto, il ministro Franceschini ha chiamato i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, per comunicare la disponibilità della Cancellieri a riferire “immediatamente” in Parlamento, e domani alle 16 il Guardasigilli parlerà prima a Palazzo Madama, poi a Montecitorio. Il premier, infatti, vorrebbe che non rimangano “zone d’ombra”, anche perchè teme che la questione possa essere strumentalizzata da chi vuole la crisi.
La Cancellieri, per ora, si difende e spiega: “Se me lo chiedessero farei un passo indietro. Ma dovranno anche spiegare al Paese il perchè. Non consento che si passi sopra il mio onore”. Inoltre, dice che non si farà “intimidire dal metodo Boffo“, parlando di accuse mosse in particolare da “un quotidiano” che le “attribuisce proprietà mai avute e stipendi mai percepiti”, al fine di “alimentare il sospetto di presunti favori che non esistono”, ma lei avverte: “combatto, querelo e vado avanti“. Quanto all’intervento in favore di Giulia Ligresti, afferma invece: “Ho la responsabilità dei detenuti. Ho fatto oltre cento interventi per persone che ho incontrato in carcere o i cui familiari si sono rivolti a me anche solo via e-mail”, e nel caso della Ligresti dice di aver fatto un “intervento umanitario” segnalando al Dap le sue condizioni, poichè questa poteva “compiere gesti inconsulti”, e ribadisce: “Lo rifarei“.
A parte il Movimento 5 Stelle che chiede le dimissioni del ministro, però, anche gli altri partiti auspicano un suo chiarimento, ma per il segretario della Lega Nord Roberto Maroni, “se non è convincente” deve dimettersi. Il Pdl, invece, difende la Cancellieri, ma molti suoi esponenti paragonano il suo caso al caso Ruby, sottolineando come a Berlusconi, per una vicenda a loro dire analoga, sia stato riservato un trattamento ben diverso: “La difesa del ministro Cancellieri richiede parole chiare e interventi conseguenti rispetto alla pesante condanna inferta a Berlusconi per una semplice telefonata di interessamento per un caso umano come quello di Giulia Ligresti. Sarebbero intollerabili due pesi e due misure“ ha affermato Maria Stella Gelmini.
E anche per il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, la Cancellieri “non deve dimettersi, però sono inaccettabili due pesi e due misure, va fatto un parallelo con la telefonata di Berlusconi per Ruby”. Il Pd, invece, appare meno compatto sulla questione. Il segretario Guglielmo Epifani ha spiegato: “Sul caso Cancellieri abbiamo assunto una posizione seria che è quella di attendere i suoi chiarimenti in Parlamento. Ascolteremo e valuteremo”. Pippo Civati, invece, chiede le dimissioni della Guardasigilli, ed anche Renzi e i renziani la attaccano, ad eccezione del ministro Delrio, che ritiene “legittima” la segnalazione della Cancellieri in “casi umani”.