Il dottor Sergio Canavero, neurochirurgo di Torino, ha annunciato che, entro i prossimi due anni, sarà possibile realizzare un trapianto di testa. In un’intervista esclusiva concessa ad OGGI, il medico, che si era imposto all’attenzione della comunità scientifica già nel 2008, aveva”risvegliato” una ragazza di 20 anni, in stato vegetativo dal 2006, permettendone la sua riclassificazione: da stato vegetativo permanente a stato minimamente conscio.
In un progetto (chiamato da Canavero HEAVEN/GEMINI, ovvero Head Anastomosis Venture with Cord Fusion),pubblicato su Surgical Neurology International, rivista scientifica di neurochirurgia online, il medico spiega come sia possibile ricostituire la continuità del midollo spinale, quello che è il punto focale dell’ardua impresa. Canavero spiega che degli speciali materiali chimici, chiamati fusogeni o sigillanti di membrana, sono capaci di ripristinare l’integrità di una fibra nervosa tagliata.
Dal 1999 diverse sono state le sperimentazioni che ne hanno testato l’efficacia. Il progetto contempla la possibilità di fondere due diversi tratti di midollo spinale. Spiega Canavero:
Il donatore della testa e il candidato ideale per riceverlo sono rispettivamente un individuo che ha purtroppo perso la vita per un trauma cranico puro, senza lesioni sostanziali a carico degli altri organi – o chi ha subito un ictus fatale – e (il ricevente) una persona affetta gravemente da una malattia neuromuscolare degenerativa o un soggetto tetraplegico.
Il direttore dell’Istituto di Neurochirurgia dell’Università Cattolica, Giulio Maira ha però affermato:
Il trapianto di testa dal punto di vista tecnico al momento è un traguardo fantascientifico…. La notizia è estremamente inattesa e mancano ad oggi le basi sperimentali e di conoscenza che possono permettere di affermare tanto. L’idea di Canavero è molto complicata da realizzare. Le lesioni al midollo sono un problema grave. Si è provato in tanti modi a ripristinare la funzione del midollo lesionato: con ponti biologici che permettono alle fibre nervose di crescere e riempire il gap lasciato dalla lesione, si è provato con le cellule staminali ma per ora non ci sono risultati validi e siamo lontani da applicazioni cliniche….senza contare i dubbi etici che una simile sperimentazione aprirebbe.