Nelle prime ore del mattino un terremoto di magnitudo 6.8 ha colpito la regione settentrionale della Birmania, causando vittime e danni nella zona di Mandalay, uno dei centri più popolosi dove il sisma è stato avvertito con notevole intensità. Un ponte, una miniera e diverse pagode buddiste sarebbero crollare, secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni. Secondo l’organizzazione non governativa Save the Children le vittime, al momento, dovrebbero essere 13, ma poiché ci sono molte persone disperse, si teme che il bilancio possa rapidamente salire.
Il terremoto ha avuto origine nei pressi della città di Shwebo, 117 chilometri a nord di Mandalay, la seconda città per grandezza del Paese, a circa 10 chilometri di profondità, secondo quanto reso noto dall’Istituto americano di geofisica. La scossa sarebbe stata avvertita anche in Thailandia, in particolare a Bangkok. Sono poi seguite altre scosse, meno potenti.
Essendo la zona dell’epicentro del sisma prevalentemente mineraria e non molto sviluppata, le informazioni arrivano con una cera difficoltà. Sono almeno sei le vittime ad essere state segnalate nel distretto di Sinktu, sul fiume Irrawaddy, nei pressi dell’epicentro del terremoto. Le persone morte sarebbero tutti minatori, che hanno perso la vita mentre stavano lavorando in una miniera d’oro. Altre persone avrebbero perso la vita mentre stavano lavorando ad un ponte in costruzione.
Un abitante di Shwebo ha riferito all’agenzia Associated Press che diversi edifici sono stati danneggiati in città, tra di essi anche il portone di un monastero e le sculture di una pagoda. Molti templi sono rimasti colpiti anche a Mogok. Tra l’altro, il danneggiamento dei templi buddisti, fenomeno alquanto frequente dopo i terremoti in Birmania, è considerato di cattivo auspicio. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama farà tappa in Birmania nel corso del suo viaggio nel sud est asiatico dal 17 al 20 novembre. Si tratterà del primo viaggio internazionale dopo la rielezione del Presidente alla Casa Bianca.