I docenti precari si mobilitano grazie al web e ai social network per onorare la memoria di Carmine Cerbera, l’insegnante di 48 anni che venerdì scorso si è suicidato nella sua abitazione di Casandrino, in provincia di Napoli.
Chi era vicino a Carmine racconta che il gesto estremo è scaturito dalla mancanza di un lavoro stabile nella scuola, così come testimonierebbe anche un post pubblicato nei giorni scorsi daldocente precario senza cattedra, che aveva scritto su Facebook: ”Se saremo fortunati, resteremo precari a vita”, accusando il ministero dell’Istruzione di distruggere il futuro dei moltissimi insegnanti precari.
Da subito molti siti web e blog hanno parlato di “suicidio di Stato” e in molti stamattina hanno protestato davanti al Miur, a Roma. Tra i motivi della protesta, anche Cerbera è stato ricordato in un sit in davanti alla sede del Ministero dell’istruzione.
Il docente di storia dell’arte era felicemente sposato e padre di due figlie, la moglie lavora e la passione per il suo lavoro era forte, ma la depressione per non aver ancora ricevuto incarichi quest’anno stava probabilmente diventando insopportabile. Cerbera si è ammazzato usando il coltellino che adoperava per tagliare le tele dei quadri che lui stesso dipingeva.
Durante la manifestazione fuori al Miur, uno dei manifestanti del coordinamento precari scuola, ha detto:
Siamo qui da un lato per continuare la mobilitazione del coordinamento cittadino scuole Roma, dall’altro per ricordare il collega che si è suicidato a Napoli, per gridare che il precariato uccide e che di questo si devono assumere la responsabilità.
Tra i manifestanti, alcuni precari portavano appesi al collo cartelli con su scritto: “Ci avete tolto tutto, non ci toglierete la dignità” e “Precariato crimine di stato” e “Ciao Carmine, continueremo la lotta anche per te“.
Il ricordo di Carmine Cerbera vive anche su Facebook dove, sulla sua pagina è stata messa un’immagine postuma di una candela accesa, con una didascalia che tuona: “Suicidio di Stato“.
L’esasperazione del precariato è condivisa da molti e non era difficile prevedere che sul web sarebbero arrivate molte parole di solidarietà, così come c’era moltissima gente ai funerali tenutisi nella basilica di San Tammaro a Grumo Nevano, paese d’origine della famiglia. Infine la triste vicenda è diventata il tema centrale della protesta di oggi al Miur e presto il ministero ha risposto con una nota:
C’è grande attenzione e rispetto per le vicende di sofferenza da parte del Miur fanno sapere dalla dirigenza del ministero dove gli aspetti umani sono considerati primari nella scuola, essendo fatta di persone. Il mondo dell’istruzione esprime in questo momento un forte disagio, una protesta che nasce da anni di tagli; mostra una forte sofferenza sottolinea la nota diffusa dalle agenzie di stampa che il ministro conosce bene e rispetta.
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