Avrebbe abusato di lei per anni, salvo poi condurla all’esaurimento nervoso che l’ha indotta a togliersi la vita. Parliamo di avances sessuali, di atti persecutori, di morbosità e di violenza. L’orribile storia di pedofilia è maturata nel silenzio della provincia lombarda, precisamente a Busto Arsizio, in provincia di Varese. La vittima è una ragazzina (minorenne all’epoca dei fatti) con qualche problema relazionale e che frequentava l’oratorio della parrocchia. Qui, la giovanissima, tra lezioni di catechismo e sagrestie avrebbe conosciuto quella che poi sarebbe stata la sua persecutrice, ovvero un’insospettabile suora, oggi 52enne, originaria anch’ella di Busto Arsizio.
Come si legge in una nota diramata dalla Questura locale, la ragazzina incontro per la prima volta la suora nel 1997, quando aveva 12 anni. Ben presto i rapporti tra la suora e la ragazzina assunsero dei contorni prettamente sessuali “sino a trasmodare nel tempo in veri e propri atti persecutori e crescenti violenze fino a quando, nel giugno 2011, la ragazza, in preda ad una profonda crisi morale e psicologica, si tolse la vita all’età di ventisei anni.”
Il suicidio della ragazzina avvenne mediante impiccagione. Gli agenti di polizia della stazione locale cominciarono ad esaminare gli effetti personali della ragazza: dal diario alle lettere, dalle fotografie ai files del computer. Da qua, emersero i fatti, le date e le circostanze degli avvenimenti che avevano colpito la giovane, fino alla scoperta del nome della sua, apparentemente insospettabile, persecutrice. Le indagini hanno così subito una rapida accelerata, portando ieri all’incriminazione della religiosa.
Il giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio ha dunque disposto che la suora venga sottoposta a regime di sicurezza mediante il ricovero in una casa di cura designata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dove è stata scortata dai poliziotti di Busto Arsizio e della squadra mobile di Varese. Sottoposta a consulenza tecnica, la suora è stata giudicata pericolosa socialmente e affetta da un disturbo della personalità, che andrebbe parzialmente a minare la sua capacità di intendere e di volere. L’accusa, gravissima, nei suoi confronti, è di violenze private e atti persecutori.