Si è svolto nel pomeriggio, verso le 18, alla Camera l’atteso incontro tra Silvio Berlusconi e il segretario del Pd Pierluigi Bersani, alla presenza anche di Angelino Alfano ed Enrico Letta. Nel vertice, durato circa un’ora, si è parlato soprattutto dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica, alla ricerca di un nome che possa andar bene tanto al Pd quanto al Pdl. Enrico Letta ha commentato: “E’ un buon incontro, però siamo solo all’inizio“, e ha spiegato che si è trattato di “un incontro utile per chiarirci sui criteri per individuare una rosa di personalità che possa rappresentare l’unità del paese. In un momento di grandi divisioni, il Pd sente la forte responsabilità che sul presidente della Repubblica ci sia un segnale forte di unità nazionale“.
Quello di ieri pomeriggio sarebbe stato solo il primo di diversi incontri che il Pd avrebbe intenzione di fare con le altre forze politiche, tra cui il M5S, e già giovedì prossimo Bersani incontrerà il segretario della Lega Roberto Maroni, sempre per arrivare ad un nome condiviso per il Quirinale. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha invece sottolineato: “Durante l’incontro non sono stati fatti nomi di possibili candidati ma il presidente della Repubblica deve rappresentare l’unità nazionale e dunque non può essere, e neanche può apparire, ostile a una parte significativa del popolo italiano“.
Nell’incontro si sarebbe anche parlato della formazione del prossimo esecutivo, ma Bersani continua a non volerne sapere di un governo di larghe intese, e subito dopo aver visto Berlusconi ha scritto su Twitter: “Noi siamo a disposizione, ma no al governissimo“. Già in mattinata, intervenendo alla trasmissione “Agorà”, il segretario democratico aveva chiuso a questa ipotesi, affermando: “A proposito di larghe intese, e governissimi, noi abbiamo vissuto la fase finale del governo Monti. Noi siamo rimasti lì, e Berlusconi si è “dato” tre mesi prima. Quando lo incontro glielo dico: “Ti conosco, mascherina“. Noi abbiamo già dato“.
In tarda mattinata si era svolta una riunione del gruppo Pd alla Camera proprio sulle questioni dell’elezione del nuovo capo dello Stato e della formazione del governo, e in quella sede Bersani aveva puntualizzato che il partito “non accetterà nè ricatti nè scambi sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica, ma neanche posizioni settarie. Il Pd cercherà una soluzione largamente condivisa“. Inoltre, aveva aggiunto che “bisognerà tener conto della parità di genere“, affermazione che è stata vista da molti come un possibile “endorsement” per una donna al Quirinale. Da Matteo Renzi, intanto,è arrivata qualche frecciatina polemica verso il leader del Pd: “Sono stato criticato dal segretario del mio partito perchè ho detto “fate quello che potete fare”. Io non ho vinto le primarie, Bersani ha vinto le primarie ma poi non ha vinto le elezioni, questo è il problemino” ha affermato dal palco di un convegno al Vinitaly.