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Vedi il volto di Gesù su un toast? La scienza spiega che persona sei

Vedi il volto di Gesù su un toast? La scienza spiega che persona sei

Molte sono le persone che hanno affermato di vedere Gesù nel loro toast bruciato. Altri hanno notato la Vergine Maria in un panino al formaggio alla griglia, o visto una vaga somiglianza con Elvis in una patatina dalla forma strana. Tutto ciò è stato oggetto di uno studio. I ricercatori hanno mostrato ad alcuni soggetti un gruppo di immagini, come queste, per scoprire chi avesse più probabilità di vedere delle facce su oggetti inanimati.

Queste persone non sono né pazze né hanno bisogno di sottoporsi a controllo oculistico. Stanno vivendo ciò che è noto come la percezione illusoria del viso, la tendenza a vedere cioè una faccia su oggetti inanimati. Possono vedere i tratti del viso in oggetti della natura (in formazioni nuvolose o sporgenze di roccia) o su oggetti inanimati (prodotti alimentari o per uso domestico). Ora, un recente studio finlandese, pubblicato sulla rivista Applied Cognitive Psychology, ha tentato di scoprire che tipo di persone sono quei soggetti maggiormente capaci di cogliere i volti su oggetti inanimati.

“La capacità di vedere facce è più comune in alcune persone rispetto ad altre a causa delle differenze nel modo in cui il nostro cervello processa le informazioni”, spiega l’autore dello studio Tapani Riekki, uno studente di dottorato nella divisione di psicologia cognitiva e di neuropsicologia presso l’Università di Helsinki. “Risulta normale, ed effettivamente anche divertente, che la nostra mente possa giocare brutti scherzi e faccia scattare la percezione dei volti quando non sono presenti i volti reali”, egli suggerisce.

I ricercatori hanno voluto determinare se le credenze religiose e paranormali giochino un ruolo nella capacità di una persona di percepire un volto quando non faccia è veramente lì. Così hanno reclutato 47 uomini e donne, e hanno confrontato 19 persone credenti nei poteri paranormali – come la chiaroveggenza e l’astrologia – con un gruppo di 20 partecipanti che erano scettici su questi fenomeni. Una seconda analisi ha confrontato i risultati a partire da 20 persone che si consideravano religiose con 19 persone non religiose. Nello studio, i ricercatori hanno mostrato ai volontari 185 foto a colori sullo schermo del computer (98 avevano immagini del viso, 87 no) ed ogni soggetto aveva a disposizione quattro secondi per determinare se era in grado di rilevare un volto. Nel caso in cui il soggetto riusciva ad individuare un viso, gli veniva chiesto di indicarne la posizione.

Lo studio ha fatto evincere che le persone religiose e credenti nei fenomeni paranormali hanno percepito i volti sulle immagini nelle quali effettivamente c’erano, rispetto ai soggetti non religiosi e agli scettici. Ma ne è risultato anche che religiosi e credenti hanno visto delle facce, anche quando non erano presenti nelle immagini.

I nostri risultati mostrano che la differenza tra i gruppi non è al livello di percezione ma a livello di interpretare,” dice Riekki. Più specificamente, hanno trovato che la differenza tra i soggetti stava nel numero delle informazioni che erano necessarie per aumentare la percezione di “qualcosa simile ad una faccia” come nell’immagine. Credenti nei fenomeni paranormali e religiosi necessitavano di un numero minore di informazione per poter ritenere di aver visto un volto. Questi risultati implicano che i credenti possono essere più suscettibile al suggerimento che facce possono essere presenti nelle immagini.

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